«Quando ho iniziato a suonare il teatro era vuoto come per un soundcheck. Mi avevano detto di suonare senza fermarmi. Non avrei mai immaginato che un’ orchestra avesse arrangiato il mio pezzo e comparisse sulla scena per accompagnarmi». Alessio Zucca, 32 anni, pianista e compositore di Dolianova ricorda così la sua vittoria al Grand Hybrid Experience, concorso indetto dalla Casio Music Italia nel 2017. «Ho partecipato con un brano scritto da me che si intitola Lidia. Mi ha portato fortuna».
La vittoria al Grand Hybrid Experience a Milano
Assieme agli altri due vincitori, Alessio Zucca è stato invitato a Milano per suonare il Grand Hybrid, punta di diamante della gamma di pianoforti digitali Casio, dove lo aspettava una sorpresa. Oltre all’ ensemble di 12 elementi, in teatro comparve anche un pubblico di appassionati e professionisti del mondo della musica: Boosta, Irene Veneziano e Max Tempia. «Siamo riusciti a suonare senza interruzioni. Quando ho terminato mi sono girato e c’era un pubblico che applaudiva. E’ stata una magnifica esperienza».
Alessio Zucca: una vita a ritmo di musica
Il diploma in piano jazz conseguito al conservatorio di Cagliari nel 2013 è solo il primo traguardo per Alessio Zucca che respira musica fin da piccolo. «Avevo 9 anni quando mio padre portò a casa una tastiera. Ho iniziato a provare e a imparare delle melodie a orecchio. Poi una sera abbiamo ricevuto la visita di un amico di mio padre. Quando ha suonato Child in Time, un pezzo dei Deep Purple, ho capito che volevo ripetere quei suoni. Da quel momento in poi la musica è stata il mio salvagente».
Alessio Zucca: le prime interpretazioni musicali
Se dai 14 ai 17 anni è la musica metal a fare da protagonista con concerti live e partecipazioni in numerosi gruppi, negli anni successivi il musicista sardo si apre ad altri stili, aiutato dalla versatilità e dalle opportunità espressive della tastiera. «Ad influenzarmi maggiormente è stata la musica progressive, quindi Genesis, Emerson, Lake & Palmer, Deep Purple. C’è stato un momento in cui ho ascoltato molto i Dream Theater. Poi quando ho iniziato a studiare jazz mi sono avvicinato molto a Michel Petrucciani e Brad Mehldau».
Il primo album: The Tree of Timeless
Influenze che si rivelano fondamentali quando Alessio Zucca decide di comporre il suo primo disco da solista. E’ il 2014 e il musicista sardo si è trasferito a Bologna per proseguire gli studi jazz. Un’idea che diventa ancora più concreta a Cracovia dove ha trascorso l’anno successivo, partecipando al progetto Erasmus. Il disco The Tree of Timeless esce nell’Aprile del 2016 riportando il nome Faces of Alex. «L’album è un mix tra progressive, sound track e jazz moderno. Alcuni pezzi sono influenzati da ciò che ho studiato, ma resto sempre un romantico e visionario che ricerca la melodia».
Il secondo disco: A Raft to cross the sea
Il secondo album viene rilasciato nel 2018. A Raft to cross the sea, una zattera per attraversare il mare come metafora della condizione umana. «Il titolo di questo album rimanda alla lotta dell’uomo contro le difficoltà della vita. E’ il risultato di un periodo in cui provavo solamente con un batterista ed è registrato soprattutto in trio. E’ un album più aggressivo del primo. Più improvvisazione, più jazzistico e influenzato da musiche più dure».
La vita in Polonia e i progetti futuri
In quel periodo Alessio Zucca viveva a Cagliari, ma la pandemia, e la conseguente chiusura dell’Italia per le feste, potrebbe trattenere il musicista in Polonia ancora per parecchio tempo. In questo periodo le difficoltà sono tante e il settore della musica è quello che ha risentito parecchio della crisi innescata dal Covid-19. E p «Ho tantissime idee e spero che questo disco avrà la luce nel 2021. Da qualche anno ho scelto la strada della composizione, ma e’ un’attività che ti rapisce completamente. In quei periodi non vedo che quello».