In Sardegna è il giorno della candelora. Nella giornata del 2 febbraio la Chiesa cattolica celebra la presentazione del bambino Gesù al Tempio di Gerusalemme e secondo la tradizione si rimuovono presepe e addobbi natalizi. Per la Sardegna è di certo una solennità molto sentita, soprattutto nell’area oristanese, con la benedizione delle candele, simbolo di “purificazione delle genti”. Momento religioso, inoltre, condiviso anche dagli ortodossi.
Candelora, 40 giorni dopo il Natale l’offerta del bambino
Originariamente nota come la purificazione della Beata Vergine, la candelora ricorda i 40 giorni successivi alla nascita del bambin Gesù. Secondo la legge mosaica infatti ogni primogenito, considerato dalla tradizione offerto al Signore, veniva “riscattato” al Tempio con un sacrificio. Inoltre, secondo il vangelo di Luca, in quel giorno Maria compiva il suo ciclo purificativo, quaranta giorni dopo la nascita del figlio.
Candelora, da mariana a cristologica: la feste delle candele
Le candele, dunque, assumono il prezioso significato purificativo, nell’immagine cattolica. Eppure, se prima la festa vedeva in Maria un ruolo centrale, dopo il Concilio Vaticano II si è deciso conferire questa centralità a Cristo. Il momento del riscatto del primogenito al Tempio di Gerusalemme assume così un ruolo di primo piano nella solennità della candelora. Momento religioso, come già detto, condiviso anche dalla Chiesa ortodossa e che trova importanti collegamenti e richiami con San Biagio.
Via il presepe e gli addobbi di Natale, oggi la festa della luce
Una celebrazione, quella di oggi, legata alla luce, in un perido dell’anno che anticipa la primavera. A Oristano, in epoca precovid, alla festa seguivano i preparativi per la Sartiglia, ma nella generale usanza cattolica il presepe e tutti gli addobbi di Natale ritornano in soffitta. In attesa, fra dieci mesi, di riprendere a splendere per le case e le strade della città. Magari, sperando che la pandemia sia solamente un brutto ricordo.