Tutti gli anni il programma consolidato della Settimana Santa prevede che vi siano le processioni che partendo dal Rione di Villanova raggiungono l’antica rocca di Castello, sino alla Cattedrale. Stranisce che quest’anno nel percorso non ci sarà nessuno, men che meno i cantori di San Giovanni.
Racconto dei Cantori di San Giovanni: considerazioni di Mauro Branca
Le parole di Mauro Branca, cantore sin da bambino negli anni Ottanta e direttore del gruppo, restituiscono una chiara consapevolezza circa le privazioni indotte dall’urgenza pandemica Covid-19. «Siamo un centinaio di cagliaritani che ogni anno con dedizione risponde a un forte richiamo durante i giorni della Quaresima, riunendosi e portando avanti “Is Provas”. Ovvero, il momento al quale i cantori sono più attaccati e che attendono già da quando il Sabato Santo chiudono i riti cantando insieme l’ultimo dei canti».
La passione un faro comune nella diversità
I cantori sono così un gruppo che riesce a riunire personalità molto diverse tra loro. Sia da un punto di vista anagrafico sia da un punto di vista lavorativo e umano. «Dal bambino di quattro anni all’anziano ultra 70enne. E ancora, avvocati e professionisti in generale, insieme a operai e artigiani. Con noi c’è anche chi ha avuto un passato un po’ “burrascoso”». Personalità che tramite la condivisione di una passione o di un percorso trovano un faro comune, creando un legame che genera un’unione d’intenti per la tradizione e per il rione.
«Le prove sono un riunirsi di amici che fanno qualcosa tutti insieme da diverso tempo e quindi c’è molta euforia, c’è tutto un lavoro. Poi ci sono tutti gli eventi che si ripetono sistematicamente tutti gli anni. Due Via Crucis a Stampace di Castello, poi il Venerdì e Sabato Santo. In tali giornate eseguiamo i canti tramandati attraverso i secoli, con indosso il saio bianco».