In tempi di crisi, con le ristrettezze legate all’emergenza del Corona virus, il lavoro della Caritas di Cagliari si intensifica, in vista di una Pasqua di quarantena. Non più infatti una mensa di gruppo, visti gli ormai noti divieti di assembramento, ma un pasto caldo e aiuto concreto per chiunque avesse bisogno. Tutto nella massima sicurezza della salute della gente, con l’istituzione diocesana che moltiplica i suoi consueti sforzi, distribuendo le persone nelle diverse sedi cagliaritane. Aiuto materiale, certo, ma anche un conforto psicologico, con i numerosi centri di ascolto, ora funzionanti per appuntamento.
Caritas, un aiuto direttamente a casa della gente
Quello della Caritas è un servizio che trova spazi diversi a Cagliari, oltre a quello della mensa di viale Sant’Ignazio. Per ridimensionare afflussi e fronteggiare così il possibile pericolo contagio si prendono infatti misure di cautela. «Sono stati aperti una serie di centri di accoglienza» spiega il direttore don Marco Lai «al Carmine, dai Saveriani, e in via Po. E ci sono 26 persone da sistemare nella via Ospedale». Una ridistribuzione sparsa obbligata, con il parroco di Sant’Eulalia che ricorda anche il centro della Fiera. Da qui infatti si porta l’aiuto direttamente nelle case delle persone, evitando in questo modo le uscite.
Tempi di crisi, cresce il numero dei bisognosi
Con le chiusure obbligate delle diverse attività, cresce il numero delle persone che devono bussare alla porta della Caritas per un sostegno concreto. Uomini e donne di ogni età infatti che lavoravano alla giornata o in nero, ora sono precipitate in una condizione di bisogno totale. Inoltre, come ricorda don Marco, è sempre più vicino il pericolo della mancanza del lavoro stagionale. «Un vero dramma. C’era chi lavorava in questo periodo negli alberghi e nella ristorazione. Ora si ritrova senza niente».
Alla Caritas tre pasti caldi garantiti: «Nutrirsi, un’azione di contenimento del virus»
Sotto la spinta di una sempre più alta richiesta, la Caritas vede allora implementare i suoi numeri. E per tutti sono sempre più garantiti tre pasti caldi al giorno. «Alla mensa dei poveri abbiamo aumentato le unità, dalla colazione sino alla cena. Questo, per chi di vive grazie all’accoglienza, è un diritto. Nutrirsi e stare in salute può essere un’azione di contenimento del virus». Senza dimenticare poi il servizio di consulenza medica gratuita, grazie all’apporto dei volontari e degli ambulatori.
La Pasqua dei poveri: agnello e solidarietà dai più giovani
In uno stato di emergenza costante, allora ecco che anche a Pasqua la mensa dei poveri apre le porte ai più necessitosi. «Siamo operativi, con un pranzo caratterizzato dall’agnello e quant’altro» spiega don Marco, il quale ricorda il lavoro dei nuovi volontari dell’istituzione. «La Caritas si è arricchita di tantissimi giovani che hanno smesso di studiare o lavorare. E si sono allora riversati con generosità nei nostri servizi».