Tracce di un capitolo di una storia italiana che in tanti vorrebbero dimenticare. Eppure, il quartiere cagliaritano di Castello conserva ancora qualcosa di quella lunga e triste epoca vissuta dal nostro Paese. Sulla facciata del noto palazzo Onnis Chapelle di via Martini resiste ancora la scritta d’epoca fascista, più forte del tempo e delle critiche che nel corso degli anni ne hanno fatto oggetto di polemica. E la firma di Benito Mussolini è più evidente che mai.
Il palazzo e la sua scritta. La firma del Duce
Sono passati quasi ottanta anni dalla sua realizzazione, sulla facciata del palazzo, nella via Martini, che dà sulla piazzetta Mafalda di Savoia. E la scritta c’è ancora. A poco a poco sempre più sbiadita. I turisti, armati di cellulare, non possono che dedicarle una foto, sorpresi e incuriositi da quello che comunque è tra le vestigia della storia italiana, nel bene o nel male.
1942, a Cagliari Mussolini esalta l’impero e il lavoro
Mussolini lascia un’impronta di sé a Cagliari. La scritta dovrebbe risalire al 1942, in piena Seconda guerra mondiale, nel periodo in cui la città si apprestava a essere divorata dalle bombe. E ancora la gente credeva al suo capo di governo e ai suoi folli piani bellici. “Il popolo italiano ha creato col suo sangue l’impero, lo feconda col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi”. Il pezzo “e lo difenderà contro chiunque” non è più leggibile. Ma la firma “Mussolini” è ancora in bella vista.
La retorica fascista e la propaganda del regime
È il tramonto del Ventennio, ma è l’inizio del terrore cagliaritano nei confronti degli ordigni angloamericani. Non mancano le visite in Sardegna del Duce, pronto a esaltare l’ “Isola Sabauda” nella sua orgogliosa e tenace resistenza al nemico. E lo slogan, a caratteri cubitali, è specchio della retorica e della spinta propagandistica che il regime trasmette al popolo italiano, nell’esaltazione dell’impero (nato dall’ignobile campagna d’Africa) e della fatica del lavoro.
Quasi ottant’anni di storia. Tra varie polemiche, la scritta resta lì
In tempi recenti la scritta è stata oggetto di numerose polemiche. Così come tanti monumenti e vestigia del periodo fascista, presenti in varie parti d’Italia. C’è chi la vorrebbe cancellare subito e chi aspetta che il tempo, a poco a poco, la consumi definitivamente. Qualcuno, invece, la considera un bene culturale, da vedere esclusivamente nel suo valore storico, trascurando ogni presunto credo politico, discutibile o meno. Oggi, nel 2019, la firma di Mussolini ancora c’è. E la scritta rimane lì.