Incarnano i pregi e i difetti degli uomini, mettono in scena l’astuzia, la generosità, il tradimento o l’amicizia: gli animali hanno un ruolo cruciale nella narrativa sarda. Novelle e racconti diventati parte della tradizione orale e tramandati ai più piccoli per decenni. Come la fiaba di Compare Fiasco e compare Fiascone, diffusa nel campidano e studiata da Chiarella Addari Rapallo, docente di Storia delle tradizioni popolari presso l’Università di Cagliari.
Favole e fiabe degli animali: un patrimonio antichissimo
Conosciuti in tutto il mondo, i racconti sugli animali includono talvolta elementi fantastici tipici della fiaba oppure prevedono un insegnamento, una morale. Volpe, lepre, asino, serpente si comportano come uomini e attraverso le loro azioni raccontano la realtà quotidiana. Favole che accompagnano l’uomo fin dall’inizio della sua storia: dagli antichi egizi agli indiani, dal greco Esopo, il più antico favolista nel mondo occidentale, al latino Fedro. Ad aver invece conquistato l’Europa con le loro fiabe ci sono il danese Andersen, Charles Perrault in Francia, i fratelli Grimm in Germania, Carlo Collodi in Italia.
I protagonisti della fiaba sarda
Se in Sardegna i racconti di animali rispecchiano questi schemi internazionali, nel testo “Fiabe di magia, leggende, racconti formulari nella narrativa popolare sarda”, la studiosa riporta anche varianti inedite come la storia di Compare Fiasco e Compare Fiascone. La fiaba che, nella versione classica, racconta il viaggio di un gallo, una gallina, un’anatra, uno spillo e un ago, in Sardegna ha come protagonisti il Comare Ago, il Comare Maglio e il Compare Capro che si uniscono a Compare Fiasco e Fiascone.
Il racconto di Compare Fiasco e Compare Fiascone
Compare Fiasco e Compare Fiascone decidono di andare a rubare del vino nella cantina di un uomo che ne produceva tanto ed era di ottima qualità. Convinti di non potercela fare da soli, Compare Fiasco e Fiascone chiedono l’aiuto di Compare Ago, Compare Maglio e Compare Capro che accettano a patto di dividere il bottino conquistato. La notte per compiere il furto viene decisa, così come le posizioni che ognuno avrebbe dovuto occupare.
Compare Fiasco e Compare Fiascone si mettono vicino alla botte così da riempirsi, Compare Ago si sistema nel lucignolo della candela. Se il padrone di casa avesse tentato di accenderla si sarebbe punto le dita rimanendo al buio. Compare Capro si mette vicino alla finestra per sorvegliare e dare l’allarme nel caso in cui arrivasse qualcuno. Compare Maglio, grazie a suo peso, si sistemò ai piedi del letto così da far inciampare il proprietario nel caso in cui avesse cercato di cogliere i ladri in flagrante.
La fiaba di Compare Fiasco e Fiscone: la sera del furto
Svegliata dai rumori e dai bisbigli che provengono dalla cantina, la moglie scuote il marito che, poco convinto, le chiede di accendere la candela. Si alza dal letto, ma inciampa nel Compare Maglio e cade a terra. Spaventata, questa volta è lui a provarci, ma anche questa volta sarà impossibile, punto dal Compare Ago. Decidono allora di raggiungere la finestra e chiamare aiuto, ma ad attenderli c’è uno dei ladri, il compare Capro che bela sonoramente.
La fiaba di Compare Fiasco e Fiascone: il bagno nel fiume
Spaventato e convinto che la sua casa sia infestata dal diavolo, l’uomo fugge e si ferma davanti a un ruscello. Si riposa e vede nell’acqua un disco giallo, ma non riconosce la luna che quella notte riflette sulle sue acque. Convinto che sia una forma di formaggio, si spoglia ed entra in acqua. Fa numerosi tentativi, ma prenderla è impossibile e abbandona l’impresa sicuro che quel formaggio sia stregato. Stanco, esce dall’acqua e non trova più i suoi vestiti. E’ quasi l’alba e l’uomo non può tornare così al villaggio. Verrebbe preso in giro da tutti. Raccoglie delle foglie di cavolo da un orto vicino, si copre e si mette in cammino verso casa.
Il finale del racconto
Ma le avventure per il protagonista non sono ancora finite. Nella via di ritorno incontra un uomo e un asino. Davanti a quelle foglie verdi e fresche l’animale non resiste e le rosicchia. L’uomo piange, ha perso ancora una volta il suo abito. L’altro gli promette di tornare con dei vestiti, ma si narra che quell’uomo sia ancora lì, a piangere seduto davanti al ruscello.