A Cagliari, così come in Sardegna e varie parti d’Italia, la cultura serra ancora i battenti. Rimangono infatti chiuse al pubblico le librerie e le cartolerie, che possono solo, in alcuni casi, lavorare esclusivamente con le consegne a domicilio. Una decisione, quella della Regione, presa nella serata ieri e che ha lasciato alcuni certamente delusi. Appena qualche giorno fa, in occasione della conferenza stampa del premier Giuseppe Conte di venerdì scorso, si intravedeva infatti uno spiraglio di riapertura al pubblico di libri e cancelleria. Ma nella serata di ieri è arrivato il ‘no’ del presidente Solinas che proroga ancora per diversi giorni le già note restrizioni.
La cultura serra ancora i battenti. «Forse era ancora troppo presto»
La cultura dunque vede rinviare la data di una possibile riapertura. E tra gli addetti ai lavori qualcuno fa le sue considerazioni. «Forse era troppo presto», commenta Silvia Collu della storica cartolibreria Collu – Dettori nel corso Vittorio Emanuele. «Eppure avevamo già pronto uno spazio dove servire i clienti in sicurezza». Allora niente penne, matite e cancelleria per i cagliaritani. E considerando che si tratta di un servizio utile sia al privato che ai vari settori produttivi, il danno non è da poco. «Noi lavoriamo con gli alimentari, banche, farmacie e uffici ancora aperti. Un servizio di supporto fondamentale. Per quanto riguarda i libri, continuiamo con il servizio a domicilio».
Dal Bastione grande delusione: «Come si può cambiare idea 9 ore prima della riapertura?»
Dalla libreria il Bastione, nella piazza Costituzione, le parole di Isa Siddi non nascondono delusione. «A nove ore dalla riapertura del nostro settore, comunicata giorni prima dal premier Conte, sentire il presidente della Regione che opta per una linea dura è un po’ deludente». Sino a poche ore fa infatti fervevano i preparativi per un’alzata di serrande, ma lo stop non è stato di certo gradito. «È una mancanza di rispetto. Noi avevamo già provveduto alle pulizie e all’acquisto di igienizzanti, ad esempio. C’era tutto il tempo per avvisare».
La considerazione: «di cultura oggi ce n’è tanto bisogno»
E sui social non sono mancate le considerazioni al riguardo. Qualcuno infatti, alle parole del presidente del Consiglio, vedeva già un pericoloso allentamento delle maglie nella lotta contro il virus. «Perché accanirsi contro le librerie», si domanda sempre la Siddi «se la maggior parte dei contagi avviene nell’Rsa e negli ospedali?». Altri invece consideravano la riapertura di librerie e cartolerie come “inutile”, se paragonata a settori “più importanti” ancora chiusi. «Noi non siamo un’attività come altre. Noi vendiamo cultura. E di questa ce n’è tanto bisogno, da sempre».