Crocevia di importanti ed intensi traffici commerciali via mare, Cagliari è stata teatro di lotte e guerre per la supremazia sull’isola. Torri, bastioni, mura, le fortificazioni di Cagliari sono diventate con il tempo un elemento caratteristico della città. Con il tempo, anche le impenetrabili mura e le inespugnabili torri sono crollate o sono state fagocitate dalla moderna città in crescita. Ciò che rimane, offre scorci mozzafiato, panorami amati dai turisti e ricorda, a noi isolani, la lunga e travagliata storia della Sardegna.
La nascita delle torri e delle fortificazioni di Cagliari
I primi a preoccuparsi di difendere la città dalle invasioni, furono i Pisani. A questi, seguirono le opere di catalani, aragonesi e sabaudi.
In una piantina della città, risalente alla prima metà del 1500, è ben visibile l’enorme quantità di torri che circondavano la città. La più antica ancora in piedi è la Torre dello Sperone, o degli Alberti, eretta proprio dai Pisani nel XIII sec. in difesa del quartiere di Stampace. La Torre dell’Aquila, di pochi anni più giovane, subì ingenti danni dai bombardamenti avvenuti a cavallo del 1700 da parte di inglesi prima, e spagnoli e francesi dopo. Al termine, durante la ricostruzione, si provvedete ad incorporarla a Palazzo Boyl.
Le torri che, ancora oggi, sono rappresentative delle antiche fortificazioni di Cagliari sono senz’altro la Torre di San Pancrazio e la Torre dell’Elefante. Diventate simbolo della città, risalgono ai primi anni del 1300 e avevano il compito di proteggere l’accesso al quartiere di Castello. Nel 1500, in seguito all’introduzione e all’uso sempre più massiccio di armi da fuoco, rischiarono di essere abbattute poiché considerate oramai obsolete. Per nostra fortuna, la cittadinanza si oppose strenuamente al loro smantellamento e, ad oggi, svettanti in tutta la loro magnificenza, richiamano orde di turisti ed appassionati alla ricerca di un invidiabile panorama di Cagliari.
La costruzione delle mura
Nella speranza di difendere Cagliari dagli attacchi di genovesi, catalani e, persino, sardi, i Pisani si premurarono in particolare di difendere l’odierno quartiere di Castello, al tempo considerato importante luogo di potere.
Le prime mura ad aggiungersi alle fortificazioni di Cagliari, furono quelle tra la Torre dell’Elefante e la Torre dell’Aquila, che si prolungavano fino alla Torre di San Pancrazio. La cinta muraria risaliva poi per l’attuale via Ospedale e si raccordava ad una torre andata purtroppo distrutta.
Le opere difensive interessarono anche il vicino quartiere della Marina. Le mura, la cui costruzione si deve sia ai Pisani che a Catalani e Spagnoli, scendevano dalla Torre dell’Elefante e raggiungevano l’attuale via Cavour. Nel mezzo era situata una Porta, successivamente abbattuta, e al termine era posto l’ingresso al Porto, anch’esso fortificato sul finire del XVIII secolo.
Le fortificazioni di Cagliari si estesero anche al quartiere di Villanova. L’antica muraglia, costruita dai Pisani e rinforzata dagli Spagnoli, partiva dalla Torre di San Pancrazio e raggiungeva il Bastione di S.Remy. Un ulteriore cinta muraria univa la Torre dell’Elefante e una delle porte Castello, andate oramai scomparse, ma su cui venne poi costruita la Torre del Leone, ribattezzata Torre dell’Aquila. Nella zona attorno era un proliferare di bastioni e torri, di cui non è rimasto che solo un vago ricordo riportato in antichi documenti dell’epoca.
Passato il periodo di Pisani, Aragonesi e Spagnoli, intervenne sulle fortificazioni di Cagliari l’opera dei Savoia.
Per ordine di Amadeo II, si lavorò alla costruzione di un ulteriore muraglia che dal Bastione di S.Remy giungeva fino a viale Buon Cammino. Sempre in questo periodo, gli architetti provvedettero a rinforzare la Torre di San Pancrazio, andando tuttavia a rimuovere fossato e ponte levatoio, e a costruire, tra gli altri, il Bastione di San Carlo.