A Cagliari si celebra la festa di Fra Nicola da Gesturi, il cappuccino che nel capoluogo ha votato la sua vita alla povertà, sempre accanto agli ultimi. Orfano di entrambi i genitori, sin dalla sua giovinezza Giovanni Medda – nome secolare del religioso – ha prestato la sua opera di obbedienza e umiltà, dedicando tutto se stesso all’aiuto dei più bisognosi. Era il frate del silenzio, con i suoi occhi cerulei capaci di dire molto più di mille parole e portare conforto a chiunque ne avesse bisogno. L’8 giugno 1958, dopo una dolorosa malattia, Fra Nicola si è spento nel convento dei Cappuccini di Buoncammino, dove per 34 anni è stato un tacito questuante amato da tutta la città e non solo. E lì, ancora oggi, riposano le sue spoglie. Nel 1999 papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato beato.
Fra Nicola, una giovinezza di povertà e umiltà
Giovanni Medda, al secolo nome di Fra Nicola, nasce a Gesturi nel 1882, ma sin dalla sua adolescenza conduce una vita di estrema semplicità. Da sempre però non manca nel giovane l’interesse verso il prossimo e in particolare i più bisognosi. Nel 1911 bussa così alla porta del convento dei Cappuccini di Cagliari e due anni dopo veste il saio che porterà per tutta la vita.
Una vita da questuante, Fra Nicola un conforto per chiunque
Tra Sassari, Oristano e Sanluri, Fra Nicola dà prova ai suoi superiori della sua umiltà e obbedienza. Nel 1924 entra così nel convento Maggiore di Buoncammino, dove per 34 anni presta la sua opera di questuante. Casa per casa, strada per strada, in una città agli inizi della lunga dittatura fascista, il cappuccino raccoglie le offerte di chiunque. È infatti una presenza costante in ognidove. Silenzioso, nei suoi abiti e sandali rozzi, percorre le vie di Castello, senza dire una parola. Ma chiunque gli va incontro, soprattutto i bambini, per dargli una moneta o chiedergli conforto che il semplice frate non nega a nessuno.
1943, Cagliari sotto le bombe. Dai Cappuccini l’aiuto per i più poveri
Nel 1943 Cagliari vive la tragedie dei bombardamenti, nel corso della Seconda guerra mondiale. E dai Cappuccini non manca l’aiuto per i più bisognosi, poveri e sfollati, che non avevano modo di scappare dalla città. Spesso il convento offre loro ospitalità e Fra Nicola, così come tutto l’ordine, si prodiga nei primi soccorsi a chi, in seguito a un’incursione dei liberators, si ritrova sotto le macerie.
1958, la morte e i 60 000 alle esequie. Nel 1999 Fra Nicola diventa beato
L’8 giugno 1958, dopo un ricovero in ospedale e un’operazione per peritonite, Fra Nicola si spegne nel suo convento. Ancora oggi c’è chi ricorda la folla, ai piedi di Buoncammino, desiderosa di rendergli omaggio, un’ultima volta. E alle sue esequie non è mancato il saluto di più di 60 000 persone. Ma la devozione al religioso continua per tantissimo tempo. E nell’ottobre 1999 arriva da papa Giovanni Paolo II la beatificazione, riconoscendo al frate di Gesturi il miracolo di avere salvato la vita alla piccola Valeria Atzori, nata prematura.