Situata alla base di un ripido costone roccioso che delimita il colle di Buoncammino, la cavità sotterranea della Galleria Comunale d’Arte di Cagliari è costituita da un insieme di ambienti molto ampi e comunicanti tra loro. Precisamente, si tratta di una cava estrattiva, sfruttata in epoca medievale per l’estrazione di materiale ad uso locale e poi abbandonata. Al suo interno, però, la lettura delle tracce di estrazione di epoca antica è spesso ostacolata o compromessa dallo sfruttamento, anche in epoche successive. Infatti durante la Seconda Guerra Mondiale, la cava venne adibita a rifugio antiaereo dagli abitanti della zona.
Galleria Comunale, quando Cagliari moriva sotto le bombe del ’43
Sono passati 78 anni dai bombardamenti del 17 febbraio 1943. Oltre 2mila le persone morte e un’intera città fatta a pezzi. I primi aerei americani, giunsero in città colpendo la zona compresa tra via Nuoro, via Barone Rossi, insieme a viale Bonaria e viale Diaz. Colpita anche la zona davanti alla chiesa di San Michele, interessando inoltre i quartieri di Stampace, Castello e le zone del Terrapieno. La città divenne un deserto fumante con più della metà del tessuto cittadino distrutto, e tra le mille e le duemila vittime della popolazione civile.
Galleria Comunale, la cava rifugio delle povere anime
Furono pertanto soprattutto i cagliaritani, fra tutti i sardi, quelli che soffrirono più duramente le conseguenze della guerra. Non soltanto per l’alto numero dei morti, ma anche per le difficoltà e non di rado le privazioni che accompagnarono la fuga dalla città martoriata. La cava della Galleria Comunale divenne per alcuni di essi un luogo di rifugio e riparo dalle bombe. Al termine della guerra continuò inoltre a essere adoperata come abitazione dalla popolazione, rimasta in buona parte senza un tetto.
La cava oggi: luogo dinamico e spazio creativo
Dalla Pietà di gesso di Francesco Ciusa ad altre opere importanti della collezione Ugo Ugo. Oggi le più importanti opere d’arte trovano spazio proprio lì, all’interno della Galleria Comunale d’arte. All’inizio del 2002 la cavità ha subito lavori di riqualificazione e predisposizione per un suo recupero alla fruizione pubblica. E col tempo è divenuta un luogo dinamico, un cantiere dedicato al contemporaneo.
Bello articolo 🙂