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Giorno del Ricordo, quando l’Isola accoglieva i profughi istriani

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10 febbraio 2021. Anche in pandemia il Giorno del Ricordo è nel cuore di tanti. Di quelli che, soprattutto, nonostante gli anni passati, non hanno dimenticato il dolore degli italiani che, dopo la Seconda guerra mondiale, hanno dovuto scappare dall’Istria e dalla Dalmazia, da sempre casa loro. Ancor di più la tragedia immane delle Foibe, sempre poco “in vista” nei libri di storia. Il dramma dell’esodo fiumano e giuliano-dalmata non si scorda di certo, anche in questi tempi difficili, soprattutto in Sardegna, isola che ha avuto un ruolo chiave nell’accoglienza dei profughi.

Giorno del Ricordo, dal 2004 la solennità in ricordo degli italiani

La legge che istituisce il Giorno del Ricordo porta l’importante data del 30 marzo 2004. Ogni anno, il 10 febbraio, si rinnova la memoria del dramma dell’esodo di tanti italiani e della tragedia delle Foibe. Quelle enormi voragini a imbuto in cui venivano gettati i nostri connazionali che si opponevano alla slavizzazione dei territori fiumani, istriani e dalmati. Tantissimi trovarono così orribile morte: donne, bambini e sacerdoti. Ancora oggi Basovizza rimane luogo simbolo.

Giorno del Ricordo, dall’Armistizio ai trattati di pace del ’47: 350mila persone in fuga

Già a partire dall’Armistizio dell’8 settembre 1943, quando in terra slava il tallone nazifascista iniziava a perdere forza, i partigiani di Tito iniziarono una lenta e graduale opera di epurazione degli italiani “fascisti”. Legati in gruppo col fil di ferro, molti trovarono orrendo estremo supplizio “infoibati” fra atroci sofferenze. Il 10 febbraio 1947, con la firma dei trattati di pace parigini post-bellici, le terre di Istria e la città di Zara trovarono assegnazione alla neonata Jugoslavia. Fu così l’inizio di un drammatico esodo: 350mila persone in fuga.

Il dramma in Penisola: le difficili condizioni dei profughi

A Cagliari c’è ancora chi conserva la memoria di quei terribili momenti. La fuga in Italia come profugo e lo sbarco nei porti dello Stivale, dopo tante traversie. Eppure, per molte famiglie spesso l’accoglienza non era delle migliori. Sputi e insulti, infatti, non mancavano per chi veniva additato come “fascista”, reo di non avere accettato la causa comunista.

L’accoglienza della Sardegna, l’arrivo nell’Isola alla ricerca di speranza

Nel Giorno del Ricordo si evidenzia, inoltre, come la Sardegna abbia avuto un ruolo nell’accoglienza dei profughi istriani. Un primo nucleo infatti trovò riparo a Fertilia, ma altri virarono verso Cagliari, trovando una città sventrata dalla guerra. Ma tra le macerie, c’era chi non aveva dimenticato lo spirito di umanità, insieme alla disponibilità nei confronti di chi aveva perso tutto. E per tanti fu occasione di rifarsi la vita.

Giorno del Ricordo, quando l’Isola accoglieva i profughi istriani ultima modifica: 2021-02-10T08:30:00+01:00 da Redazione

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