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EDIFICI STORICI

Il carcere di Cagliari: Buoncammino com’era e com’è

Carcere Di Buoncammino

È stato attivo per 120 anni, compreso tutto il Novecento e nessuno è mai riuscito ad evadere. Il carcere di Buoncammino è stata la casa circondariale di Cagliari fino al 2014. Ora dismesso, il futuro della sua struttura rimane incerto e tutto tace, sia dentro che fuori le mura.

Il carcere di Cagliari: Buoncammino e la sua storia

In una seduta del 1854 la Giunta municipale delibera di costruire un carcere succursale che faccia d’appoggio agli altri luoghi di detenzione della città, per tentare il miglioramento delle condizioni delle Regie Carceri. Il progetto fu affidato all’ingegner Imeroni e il 2 luglio 1855 entra in funzione il carcere succursale detto di Buoncammino, sorvegliato da un Corpo di Guardia Militare. L’edificio sorge ai margini di Viale Buoncammino, dal quale prende il nome, ed attualmente copre una superficie di 15.000 mq rappresentando la più grande struttura edilizia della città.
La condizione di vita dei detenuti dell’epoca erano veramente precarie, dunque nonostante i lavori per la costruzione del penitenziario non erano ancora stati ultimati, si è deciso di iniziare a trasferire i primi detenuti.

Foto Storica Del Carcere Di Buoncammino

Foto storica del carcere di Buoncammino

Erano circa 600 tra uomini e donne, provenivano principalmente dal complesso carcerario di S. Pancrazio. Questo trasferimento pone fine, dopo tre secoli e mezzo di vita, alla detenzione nella temuta Torre.

Come si presenta al suo interno

L’ingresso del carcere di Buoncammino a Cagliari, che i detenuti hanno rinominato “su castigu” , si presenta con un grande portone ligneo d’inizio secolo. Varcato il portone, troviamo un camerone adibito a Corpo di Guardia ed un ingresso per i familiari a visita dei propri cari, i detenuti. Al centro un grande piazzale con due scalinate contrapposte che portano su un terrapieno; da qui si accede ad una palazzina, sede della Direzione e dell’Amministrazione, e ad un secondo corpo di guardia che dà l’accesso ad un cortile. Da qui si diramano i due reparti principali: quello destro e quello sinistro. Il sinistro riservato ai detenuti maschi, mentre quello destro è riservato alle donne che in stato di reclusione necessitano di maggiori e particolari cure. Per questo infatti, spesso la loro tutela era affidata a guardie donne. È inoltre presente l’infermeria, la lavanderia e la sala mensa.

Lavanderia Buoncammino Interni

Interno della sala lavanderia

Alcune curiosità interessanti

L’obbiettivo della sua costruzione era quello di creare una città dentro la città, un luogo dal quale fosse impossibile fuggire. E fu effettivamente così. In tutti i suoi 120 anni di attività non è mai stata registrata un evasione. Proprio per questa sua durezza, a Cagliari ancora si racconta una leggenda: uno degli ingegneri che la progettò, preso dai sensi di colpa per aver costruito “un mostro” decise di togliersi la vita.
Un altra curiosità è che il primo direttore del carcere di Buoncammino fu Domenico De Sica, nonno del famoso attore e regista cinematografico Vittorio De Sica. 

Il carcere di Buoncammino, oggi

La sua attività come penitenziario cessa nel 2014. Da allora tutta l’area un tempo adibita all’amministrazione oggi ospita gli uffici del PRAP, del Ministero della Giustizia. Tutto il restante edificio è ancora vuoto, infatti nessuno ha preso ancora una decisione riguardo possibili attività di riqualificazione e quindi di riutilizzo dello stabile.

Visitatori All'interno Del Carcere

Visitatori nei corridoi del carcere

Nel Marzo 2015, a distanza di pochi mesi dalla fine della sua attività, il penitenziario ha riaperto le sue porte ai curiosi in occasione delle giornate del FAI di Primavera. È stato il monumento più visitato in Italia: 28 mila visitatori sui 650 mila totali in tutta Italia. Salendo verso il viale si poteva infatti scorgere l’enorme serpentone che si creò per accedere tutti in fila all’interno. A dimostrazione che un sito di questo tipo suscita veramente l’interesse di tutti.
Nonostante siano passati tanti anni, ancora non si sa quale sarà il futuro di Buoncammino. L’unico augurio che ci facciamo è che non diventi l’ennesimo esempio di archeologia industriale in Sardegna.

Il carcere di Cagliari: Buoncammino com’era e com’è ultima modifica: 2019-05-30T09:00:35+02:00 da Giulia Mascia

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