Situata a pochi chilometri da Capo Carbonara, l’Isola dei Cavoli è una piccola isola granitica. Dipende direttamente dal comune di Villasimius ed è parte dell’area marina protetta di Capo Carbonara. Provvista di un caratteristico faro, l’isola è da tempo disabitata. Di recente è diventata base del centro ricerche della Facoltà di Biologia dell’Università di Cagliari.
L’Isola dei Cavoli e le origini del suo nome
Con una superficie di appena 43 ettari, l’Isola dei Cavoli è un piccolo gioiello naturalistico.
Le sue acque limpide ospitano infatti popolazioni di delfini e barracuda. Nel fondale pietroso, invece, trovano riparo aragoste, dentici, gamberi, orate, ricciole e triglie. Spostandoci nella terraferma, scopriamo anche che l’isola è meta di numerosi volatili. Nell’isola nidificano infatti falchi pellegrini, cormorani e gabbiani. Non stupisce insomma l’interesse da parte della Facoltà di Biologia di Cagliari. In tempi recenti, ne ha fatto un centro di ricerca per gli studi botanici e zoologici.
A proposito di botanica, il nome “Isola dei Cavoli” lascerebbe intendere la grande presenza di cavoli selvatici. Il cavolo di Sardegna è invero una presenza endemica nell’isola, eppure potrebbe non essere questa l’origine del nome. Stando ad un’antica storia, infatti, la denominazione sarebbe il frutto di un errore di traduzione. Il nome originale dell’isola dovrebbe essere quindi “Isula de is càvurus”, ovvero isola dei granchi. La storpiatura del nome, secondo tale versione, sarebbe avvenuta in epoca recente.
Il faro e le cale
Segno distintivo dell’Isola dei Cavoli è il suo faro. È stato costruito nella seconda metà dell’Ottocento sui resti di un’antica torre difensiva spagnola. Fino a pochi anni addietro, ha ospitato gli addetti al suo funzionamento, e relative famiglie.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, divenne un rifugio sicuro per i suoi abitanti. Pochi decenni più tardi, tuttavia, gli abitanti abbandonarono l’isola. Il faro, infatti, venne del tutto automatizzato. Da allora, l’Isola dei Cavoli è formalmente disabitata. Unici visitatori sono quindi diventati biologi e studiosi. Insieme ad essi, i turisti che, con mezzi propri o accompagnati da tour organizzati, si riversano nell’isola.
Le cale, ovvero le piccole insenature nel mezzo della costa frastagliata, sono quattro. I loro nomi distintivi, sono stati attribuiti dai fanalisti di istanza al faro. La più importante è la lunga e stretta Cala di Ponente, sede dell’unico porticciolo dell’isola. A seguire, troviamo Cala del Morto. Rivolta verso Cagliari, deve il suo nome al ritrovamento, ad inizi 900, di un cadavere. Ecco poi Cala del Ceppo, chiamata così perché al tempo vi stazionava un grande ceppo reciso. Ultima ma forse più conosciuta, Cala di Scasciu. Letteralmente “Cala del Divertimento”, è la più grande e la più riparata dai venti, dunque sede ideale per scampagnate.
La Madonna del Naufrago
Nell’estate del 1979, è stata posta sul fondale dell’Isola dei Cavoli, la statua della Madonna del Naufrago. Realizzata dal famoso scultore sardo Pinuccio Sciola, è situata a circa 11 m di profondità. Come suggerisce il nome, la statua ha il compito di vegliare sui marinai dispersi e su quanti, per dovere o per diletto, vanno per mare.
Ogni terzo weekend di Luglio, la cittadinanza di Villasimius procede con una processione in suo onore. La domenica dopo la messa, infatti, barche colme di fiori si recano nell’isola a portare i loro omaggi alla Madonna. Questa, è poi oggetto di preghiere da parte del sacerdote che si immerge al suo cospetto, con squadra di sub al seguito. Al termine, in segno di saluto, le barche nei paraggi suonano le sirene e spargono in acqua corone di fiori.