La battaglia di Lepanto, quasi cinquecento anni fa lo scontro tra la flotta cristiana e quella turca musulmana. Nel 1571, infatti, la Lega Santa di Giovanni d’Austria trionfa eroicamente contro le forze ottomane nel porto greco sullo stretto tra il golfo di Patrasso e quello di Corinto. E alla vittoria, sotto il vessillo di Cristo, contribuiscono 400 archibugieri sardi, che durante la lotta sono stati i primi a saltare sulla nave ammiraglia avversaria. Dopo avere ucciso il comandante Alì Pascià, i cristiani arrivano alla conquista del vessillo nemico. Una volta rientrati in Sardegna, i vittoriosi superstiti fanno allora erigere, nella chiesa cagliaritana di San Domenico, una cappella dedicata alla Beata Vergine del Rosario. Gli eroi dell’Isola, inoltre, sono celebrati da Gabriele D’Annunzio nelle strofe del libro di Merope.
La battaglia di Lepanto, il Mediterraneo fra cristiani e turchi
Nella seconda metà del ‘500, il Mediterraneo è il teatro di scontro fra l’impero Ottomano musulmano e il Regno di Spagna, sotto la cui bandiera si riuniscono i fedeli cristiani. Entrambi gli Stati hanno dimensioni enormi e sono fondati sul potere assoluto dei loro sovrani. Inoltre, il loro potenziale bellico raggiunge livelli considerevoli. Nel Mare Nostrum, dunque, sono ininterrotti i confronti militari fra le due forze. Tuttavia, il conflitto più continuo e capillare è fondato sulle attività di pirateria per mare.
Il Mediterraneo in preda ai pirati di due religioni
Il Mediterraneo è così preda delle scorrerie di pirati, ancor prima della battaglia di Lepanto. Da una parte i musulmani, dall’altra i cristiani. Il nostro mare è “terra” di conquista per le due forze. I fedeli dell’Islam hanno in prima fila i pirati barbareschi, che sono il terrore delle coste occidentali. La loro sede principale è il porto di Algeri e le funeste apparizioni dei corsari musulmani si diffondono tra Andalusia e Portogallo, così come l’Italia. Sempre alla ricerca delle più ricche correnti di traffico. Dall’altra parte, però, c’erano anche i pirati cristiani. Livorno e Malta, la cosiddetta “Algeri cristiana”, erano sicuramente tra le città più attive, le cui prede di caccia sono i ricchi convogli che solcano le acque del Mediterraneo orientale.
Le due piraterie, la tensione tra Spagna e turchi
Davanti alle azioni piratesche, allora, sale la tensione fra il re di Spagna e il sultano turco. La miccia che innesca l’incendio è probabilmente l’occupazione di Cipro da parte di Selim II, erede di Solimano il Magnifico. L’isola è infatti un dominio veneziano strategicamente vitale. È allora che il mondo cattolico si scuote e diventa decisiva la mediazione di papa Pio V nella costituzione di una lega Santa, che comprende insieme al pontefice anche Spagna e Venezia.
La battaglia di Lepanto, i cristiani in trionfo sui musulmani
Il 7 ottobre 1571, nelle acque di Lepanto, si fronteggiano le due grandi flotte. Sotto il vessillo cristiano si riuniscono i cattolici, guidati da Giovanni d’Austria, fratello di Filippo II di Spagna. Secondo l’ottica occidentale, infatti, questa è la lotta fra le forze del bene e quelle del male. I “demoni” subiscono così una grande disfatta, perdendo circa 35 000 uomini. Per i cattolici è preziosa la superiorità nell’artiglieria e nelle armi da fuoco leggere.
Il trionfo dei sardi in battaglia
Decisiva per le forze cattoliche è la temerarietà di 400 archibugieri sardi, che eroicamente vanno all’assalto della flotta nemica. Per rendere grazie al trionfo cristiano, papa Pio V istituisce così la solennità di Santa Maria della Vittoria, mutata da Gregorio XIII in Nostra Signora del Rosario. Secondo la tradizione, infatti, si attribuisce a un voto, in occasione della battaglia di Lepanto, l’erezione della Cappella presso la chiesa di San Domenico a Cagliari. Gli eroi isolani sono ricordati, inoltre, anche dalle strofe di D’Annunzio del libro di Merope.