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MITI E LEGGENDE

La leggenda de Su carr’e Nannai, il temporale sardo

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Si sa, noi sardi con la nostra lingua ci siamo sempre sbizzarriti, utilizzando metafore, immagini allegoriche e riferimenti a personaggi fantastici per spiegare, nel corso dei secoli, tutti quegli avvenimenti naturali -e non solo- per i quali spiegazione scientifica non c’era. Stiamo parlando della leggenda de Su carr’e Nannai, il temporale sardo.

La leggenda de su carr’e Nannai, il signore del Tuono

L’espressione si rifà, probabilmente, ad un antico detto che testimonia che la Sardegna era il possedimento di un ancestrale dio nuragico, Signore degli elementi, che giungeva sul carro trainato da neri destrieri sbuffanti. Purtroppo però di questo dio non si sa molto di più: il suo nome potrebbe forse derivare dal nome del signore dei cieli sumero “An” che aveva la sua dimora nell’ “Eanna”, la casa dei cieli. Da qui, l’evoluzione del nome ha fatto il resto fino a giungere all’espressione che oggi utilizziamo “nannai”.

Il Carro Di Nannai
Il carro di Nannai, fonte: albero-huluppu.blogspot.com

In ogni caso, sia che si tratti di un dio nuragico o sumero, è comunque una divinità che possiede tutti i poteri legati alla natura degli elementi, al tuono e al fulmine, insomma al temporale. Si racconta che guidasse un grosso carro, carico di massi percorrendo il cielo e lo sbatacchiare dei massi tra loro produceva scintille e rumori fortissimi.
Un’altra parte invece della mitologia sarda “declassa” il signore dei cieli da divinità a uomo comune.

Su carr’e Nannai: da divinità a uomo comune

Nannai si trasforma così in un vecchietto, che sul suo carro sgangherato fa ritorno a casa. Anche lui -come la divinità prima citata- trasporta pietre e sassi e lo sbattere di questi dentro il carro provoca un rumore infernale, ricordando proprio il suono dei tuoni. Ed ecco il collegamento al temporale.
Questa era una storia indirizzata principalmente ai bambini e a seconda della zona della Sardegna la leggenda de su carr’e Nannai assumeva due accezioni opposte: una positiva e una negativa.

Su Carrè Nannai, foto in bianco e nero di un uomo sul carro antico trainato dal cavallo che spiega una delle possibili cause d'origine dell'espressione
Foto di un uomo sul carro antico che spiega una della possibili cause d’origine dell’espressione “carr’e Nannai”. Fonte: aserramanna.it

Nel Campidano di Cagliari pare sia comunemente riconosciuto che “Nannai” non fosse un personaggio in sé, bensì la semplice traduzione dal campidanese di “nonno”. E in tempi antichi tutte le famiglie possedevano un carro, generalmente di proprietà proprio del nonno. Quindi, quando c’erano dei temporali talmente forti da far tremare persino i vetri delle finestre, si diceva “Itta prangisi? No d’intendisi ke’ su carru ‘e nannai!” (“Perché piangi? Non senti che è il carro di nonno!). Il pensiero che fosse solo il carro di nonno tranquillizzava i bambini.
E questa era l’accezione positiva.
In altre parti della Sardegna invece, Nannai veniva utilizzato come deterrente: l’uomo sul carro faceva paura e incuteva timore. In tal modo si ammonivano i piccoli dall’uscire per strada durante i temporali.

La leggenda de Su carr’e Nannai, il temporale sardo ultima modifica: 2020-01-03T12:15:38+01:00 da Giulia Mascia

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