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La rivalità tra Sassari e Cagliari: una contesa secolare

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“Se perdi il tuo più grande rivale perdi anche te stesso” queste le parole con cui lo statunitense John McEnroe descrisse la sua rivalità con lo svedese Björn Borg, entrambi celebri contendenti negli anni 80’ nel mondo del tennis mondiale. Ma è possibile applicare questo sommo enunciato anche alla nostra dimensione locale? Posizionati ai poli opposti di un’isola, questi due centri hanno sviluppato nel tempo una secolare inimicizia che ha delle radici lontane. Oggi per lo più è riservata al campo sportivo a favore di una sana competizione e di un campanilismo pacifico. Ma quando ebbe inizio questa rivalità? 

Capo di sopra e Capo di sotto: l’inizio di una rivalità

Secondo la storia alla base delle controversie tra i due centri ci fu l’organizzazione di una deprecabile congiura che coinvolse il giudice cagliaritano Pietro Torchitorio III, il quale fu costretto nel 1163 ad abbandonare il capo di sotto e a rifugiarsi presso il fratello Barisone II, all’epoca giudice di Torres. 

In seguito, nel 1195, il capo di sopra fu attaccato dai cagliaritani i quali, sotto il controllo del giudice Guglielmo Salusio IV, conquistarono il castello del Goceano, catturando la giudicessa dell’allora sovrano turritano, Prunisinda, la quale fu condotta in seguito a Santa Igia (l’attuale Santa Gilla) dove fu brutalmente seviziata. Un capitolo certamente non felice della storia locale, emblematico della violenza del periodo. Questi fatti di sangue comportarono l’inizio di uno scontro infelice tra due regni vicini ma sempre più distanti. 

Stemmi Torre Elefante Cagliari
Stemma di Cagliari pisana sulla Torre dell’Elefante, link: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:STEMMA_DI_CAGLIARI_PISANA_sulla_Torre_dell%27Elefante.jpg

Dominazioni e rivalità politiche tra pisani, genovesi e aragonesi 

Facendo un passo avanti nella storia nel 1258 i pisani distrussero con l’aiuto dell’esercito sassarese il centro di Santa Igia diventando a tutti gli effetti padroni del nuovo nucleo della città di Castello; contemporaneamente Sassari divenne un comune autonomo sotto la protezione della repubblica di Genova che all’epoca controllava la città attraverso un podestà di propria fiducia. 

Nel 1323 il re spagnolo Alfonso, figlio di Giacomo II d’Aragona, sbarca a Palma di Sulcis con l’obiettivo politico e militare di conquistare l’isola; gli iberici assediarono con l’aiuto di Sassari la città di Castello e in seguito i pisani vennero sconfitti e costretti all’esilio. Dopo la conquista il centro di Castello diventò la dimora del governatore spagnolo alimentando in questo senso non pochi malcontenti nella fazione opposta sassarese. 

Stemmi Cinta Muraria Sassari
Stemmi storici delle antiche mura di Sassari, link: http://www.leviedellasardegna.eu/edifici-storici-di-sassari.html

Il primato religioso: la guerra nel ritrovamento dei corpi santi 

Il culmine della rivalità municipale avvenne tra il 1588 e il 1640 a seguito di un fatto apparentemente trasversale alla contesa; l’arcivescovo di Cagliari Francisco de Vall era solito fregiarsi del titolo di “Primate di Sardegna e di Corsica”. Questo titolo, conferito nel 1138 da papa Innocenzo III all’arcivescovo di Pisa, era per lo più utilizzato negli atti interni alla diocesi del capo di sotto. Questa licenza comportò una conseguenza politica nel momento in cui il metropolita cagliaritano decise di assumerne ufficialmente il titolo a scapito dell’allora arcivescovo di Sassari, Alonso de Lorca. Il cosiddetto “primado” esercitato da de Vall aprì una decisiva contestazione da parte dell’arcivescovo turritano de Lorca. Nel 1590 la questione risultò conclusa attraverso la volontà della congregazione dei vescovi che decretarono l’inconsistenza dell’epiteto nel 1590. 

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Il dipinto “La decollazione di San Gavino” all’interno della Basilica di San Gavino a Porto Torres, link: https://www.portotorresnotizie.net/focus/storia/47/la-decollazione-di-san-gavino-lignoto-autore-del-quadro-ha-ora-un-nome

La querelle politica continuò per quasi mezzo secolo comportando una profusione di materiale giuridico redatto dai più facoltosi eruditi del periodo. Questi rivendicavano, talvolta con tesi faziose, il primato spettante alla diocesi del cagliaritano. Come se ciò non bastasse nel creare un divario tra le due diocesi ci fu la “scoperta” nella cripta della basilica di San Gavino del ritrovamento miracoloso delle reliquie dei martiri turritani. Questo fatto suscitò l’immediata e casuale scoperta anche nell’antica chiesa di San Saturnino delle reliquie di altrettanti martiri. La diatriba religiosa finì a seguito della peste del 1652 che ridimensionò le ambizioni municipalistiche del capo di sopra e mise fine alla lotta nel ritrovamento dei corpi santi. 

Contrasti successivi tra storia e sport

Nel 1795 la nobiltà di Sassari e alcuni feudatari del Logudoro scrissero una petizione indirizza al re Vittorio Amedeo III. La petizione richiedeva la possibilità di dipendere direttamente dalla città di Torino di fatto rappresentata nell’isola dal viceré piemontese risiedente a Cagliari. In seguito al 1861 le gelosie continuarono quando la Sardegna risultò divisa nelle provincie di Sassari e di Cagliari, alimentando il divario tra le due città. 

Oggi possiamo auspicare che un effettivo antagonismo sia più che altro occasionalmente espresso nel campo calcistico. Lo sport promuove la sfida e incoraggia la competizione purché sia sana e pacata, nel rispetto delle diversità. Questo anche con l’auspicio che al di là del campo da gioco cagliaritani e sassaresi risultino essere molto più simili di quanto essi possano ammettere.

La rivalità tra Sassari e Cagliari: una contesa secolare ultima modifica: 2021-10-27T08:29:07+02:00 da Licia Molino

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