Il Lazzaretto di Cagliari regala sempre fascino a chiunque lo visiti. Una struttura infatti carica di storia, nel quartiere Sant’Elia, con quella porta sul mare sconfinato che offre a tutti la possibilità di rilassarsi e lasciarsi andare alla fantasia, magari nei pomeriggi estivi oppure nelle belle mattinate di sole invernale.
Lazzaretto di Cagliari, antico ospedale settecentesco
Eppure, se si ripensa alla sua storia, il Lazzaretto di Cagliari non era certo quanto di più allegro e distensivo si possa immaginare. Secondo documenti dell’archivio di Stato, l’impianto nasce nel XVII secolo e lo stemma marmoreo con i pali di Aragona può confermarlo. Nel 1720 però il re Vittorio Amedeo II di Savoia lo trasforma in un ospedale per le malattie contagiose.
Quando al Lazzaretto di Cagliari la morte aleggiava minacciosa
È nel 1837 allora che Giovanni Spano, di ritorno da Napoli, ha descritto il Lazzaretto come luogo di degrado. Lo storico, colpito dal colera, ha subito infatti l’internamento coatto e non ha potuto quindi che testimoniare le carenze igienico – sanitarie della struttura.
Da luogo di sofferenze a museo
Chissà quanti hanno trovato la morte al Lazzaretto. E il mare profondo a inghiottirli così, per sempre. Dopo decenni e decenni di decadenza, la struttura è rinata e dal 2002 il suo museo è meta ambita per tanti. Ospitato originariamente nel centro comunale del Ghetto degli Ebrei, è costituito infatti dall’esposizione permanente dei 19 modelli in scala degli edifici storici della Sardegna. La collezione “Monagheddu – Cannas” vanta modelli che rappresentano, fra i vari, la Grotta della Vipera, il castello di Sanluri e le torri costiere.
L’edificio oggi: lunghe passeggiate romantiche e allegri pomeriggi di sole
Sono passati però tanti anni da allora. L’antica pratica della quarantena, già a partire dal XIX secolo è caduta in disuso. E le tragiche vicende degli sfollati del secondo dopoguerra sono ormai un ricordo di pochissimi. E allora, a vent’anni dalla sua riapertura, la struttura è diventata oggi luogo di cultura, con le sue rassegne e manifestazioni. Sotto il restauro dell’architetto veneziano Andrea de Eccher, l’edificio è luogo di passeggiate romantiche mano nella mano, con lo sguardo che immancabilmente scivola verso il mare blu.