Direttore Marcello Vinelli: L'Unione Sarda da settimanale a quotidiano

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Marcello Vinelli: “L’Unione Sarda” da settimanale a quotidiano

Caricatura Vinelli

Marcello Vinelli è stato direttore de “L’Unione Sarda” dal Dicembre 1889 al 31 Ottobre 1903. Liberale cagliaritano, il giornalista trasformò il famoso giornale da settimanale in quotidiano, promuovendone la crescita sotto il profilo dei contenuti e allargando la cerchia dei collaboratori. I valori su cui fondava il suo giornale erano correttezza e coerenza. Un concittadino di sicuro valore che oltre agli articoli scrisse anche svariati libri, si interessò al teatro e insegnò economia all’Università.

Unione Sarda Quotidiano

Prima pagina del L’Unione Sarda

La storia

Il direttore Marcello Vinelli comincia la sua carriera come giornalista ne “L’Avvenire di Sardegna“, sotto la guida del direttore Giovanni De Francesco. Entrato a far parte del giornale appena ventenne, grazie anche a una raccomandazione del padre, ricco commerciante, ci lavora per tre anni. Sono tante le testimonianze che di lui ci raccontano fosse “un instancabile del giornale, un factotum”. Lo stesso De Francesco lo definisce “un ottimo allievo e un ottimo maestro per una decina di altri giovani”. Colto e creativo ha un intuito pronto per le notizie, con un’intelligenza vivace e dalla penna incisiva. Per questo in molti lo definiscono il vero primo direttore dell’Unione Sarda: gli va infatti riconosciuto il merito di aver trasformato il settimanale in quotidiano ma non solo. Introduce infatti tutta una serie di novità e iniziative prima sconosciute al mondo giornalistico: pubblica le necrologie, istituisce il “Taccuino del pubblico” con informazioni di servizio e apre la galleria dei personaggi, preziose biografie raccontate in breve di grandi autori sardi e non solo. Qualche nome: Gabriele D’Annunzio, Grazia Deledda, Giovanni Saragat, Sebastiano Satta. 

Vinelli Caricatura

Caricatura Vinelli 1921

Su maistru mannu de tottus is giornalistas

L’idea che l’Unione Sarda sia stata effettivamente “inventata” dal Vinelli è rafforzata da un’altra importante testimonianza. Lo scrittore Giuseppe Podda, nel suo libro “Piccola Città“, scrive: “Si podiri nai chi s’Unioni Sarda d’ari imbentau issu, su maistru mannu de tottus is giornalistas”. Tutti questi meriti si devono alla sua convinzione che “il giornale debba anticipare e stimolare le novità sociali, perché la cultura ha un ruolo centrale nell’informazione“. Ha infatti avuto una grande intuizione: per far crescere le vendite, il giornale deve andare incontro ai possibili lettori oltre le mura della città vecchia. Insomma, amplia le sue vedute e apre le porte alle esigenze, curiosità e gusti di tutta la popolazione attivando una squadra di collaboratori e corrispondenti un po’ da tutta la Sardegna, arrivando fino a Roma con il corrispondente Emilio Spagnolo.

Una caricatura ingiusta?

L’ingresso del Direttore Marcello Vinelli nella storia dell’informazione isolana lascia però sorpresi. Nell’Ottocento era più comune l’utilizzo delle caricature piuttosto che delle fotografie, per questioni sia tecniche che di gusto. I personaggi pubblici venivano messi un po’ alla berlina, facendo leva più sui difetti – che divertivano – che sui pregi – che annoiavano – . Vinelli riceve lo stesso trattamento: nella più famosa delle sue caricature, è infatti  ritratto come un amante della vita mondana che non si regge bene sulle gambe perché ha sollevato troppo il gomito. Ha il cilindro di traverso e il frac svolazzante. Un piede con la scarpa e l’altro no. Insomma, sembra alticcio. Ma per fortuna c’è chi pensa che l’autore della caricatura abbia solo voluto scherzare su un Vinelli tanto indaffarato da non essere mai in ordine.

Tomba Vinelli, Cimitero Bonaria.jpg

Tomba Vinelli cimitero di Bonaria

Un autoritratto veritiero

Vinelli lascia il suo giornale il 31 Ottobre 1903. Con uno scritto breve e in prima persona (altra novità assoluta) annuncia la fine della sua carriera esprimendo commozione e augurando a chi lo seguirà di proseguire nella rettitudine dell’informazione. Alla sua morte, nel 1942, sulla sua tomba un’epigrafe: “povero di pecunia ricco di probità, saldo di carattere. Amai fortemente il mio paese e ne scrissi con affetto di figlio. Giudicai il prossimo con equità, la vita con benignità, quando errai fui di me il più severo giudice”. Un vero cagliaritano di grande valore.

 

Marcello Vinelli: “L’Unione Sarda” da settimanale a quotidiano ultima modifica: 2019-04-03T10:55:38+02:00 da Giulia Mascia

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