Sono almeno 56 le varianti della fiaba Cenerentola diffuse in Sardegna: Maria Chinisu, Incinijiada, Chisginedda, Chisinera, Maria Intaulada, Maria Ortighedda. Se l’umile eroina sposa sempre il suo principe, molti aspetti del mito riflettono la cultura agro-pastorale dell’Isola. A studiarle Chiarella Addari Rapallo, docente di Storia delle tradizioni popolari presso l’Università di Cagliari.
Maria Chinisu e il ricco repertorio di fiabe sarde
Quello delle fiabe sarde è un repertorio ricco e corposo: protagonisti sono spesso esseri fantastici, diavoli tentatori, santi e Madonne. Qua gli ingredienti tipici della cristianità si fondono con quelli profani della tradizione. Talvolta al centro ci sono gli animali con vizi e virtù umane, esaltati da un racconto vivace e incalzante. Tante anche le fiabe legate al cibo, cariche di significati magici e simbolici. Narrare, nelle società tradizionali come quella sarda, aveva anche una funzione educativa e di trasmissione dei valori.
Cenerentola, una fiaba senza tempo
Cenerentola, una delle fiabe più note e diffuse nel mondo, è entrata nelle case attraverso i racconti della tradizione orale, con i libri dei fratelli Grimm o dello scrittore francese Charles Perrault. Ma la sua storia ha origini ancora più antiche: conosciuta nell’antico Egitto con il nome di Rodopi, la prima versione scritta in Italia risale al 1634. E’ “La Gatta Cenerentola”, inserita nella raccolta di fiabe in lingua napoletana di Gianbattista Basile. Il film d’animazione della Walt Disney nel 1950 segna poi la consacrazione definitiva di questo mito romantico.
Maria Chinisu: la varianti della fiaba in Sardegna
Anche in Sardegna Maria Chinisu, Cenerentola è molto cara ai suoi abitanti. Diffusa in tutta l’isola, è la fiaba che presenta il maggior numero di varanti. Un primo gruppo, vede la protagonista vicino a un focolare, poverissima e vestita di stracci e a causa della cattiveria della matrigna e delle sorellastre. Nel secondo caso, invece, la protagonista è alle prese con un padre che, dopo la morte della moglie, vuole sposare la figlia su istigazione del diavolo. In entrambi i casi, l‘aiuto magico è rappresentato da animali, persone, esseri divini o fatati che offrono dei consigli alla ragazza e l’aiutano nell’incontro con il principe fino al lieto fine.
La fiaba di Maria Chinisu: un’originale versione
Nel libro Fiabe di magia, leggende, racconti formulari nella narrativa popolare sarda, la studiosa riporta una versione molto originale della fiaba:
C’era una volta un babbo e una mamma che avevano una figlia Maria Chinisu, Cenerentola. Erano poveri, ma si volevano molto bene. Nella loro città si trasferì una vedova con due figlie femmine. Brutte, antipatiche, ma molto ricche. Erano gelose dell’armonia che si respirava in quella famiglia poverissima. Quando il padre era in campagna a lavorare e la madre al fiume a lavare panni, chiamavano Cenerentola a casa loro per convincerla ad uccidere la madre. In quel modo, il padre avrebbe sposato la vedova e Cenerentola avrebbe vissuto negli agi e nella ricchezza. Avrebbe filato oro e seta, al posto della lana della capra.
Le difficolta e l’aiuto magico
Inizialmente contraria, Cenerentola si fece convincere dalla vedova cattiva che architettò il piano. Chiese alla madre di darle un pezzo di pane dalla cassa e mentre era china, le chiuse il coperchio con forza uccidendola. Il padre pensò a una disgrazia e dopo aver pianto la moglie per un mese, sposò la vedova. All’inizio furono rose e fiori, ma ben presto Maria Chinisu dovette occuparsi dei lavori più duri. La matrigna, diventata ancora più cattiva, in inverno la mandava al fiume per lavare i panni, asciugarli senza sole e piegarli. Un giorno una vaccherella che pascolava li vicino iniziò a parlarle. Era la madre che le offriva il suo aiuto. Seduta al riparo, sotto un albero, Cenerentola vide la mucca leccare i panni. Furono così lavati, ben asciutti e piegati con cura.
Maria Chinisu: l’incontro col principe
Stupite e arrabbiate per la riuscita dell’impresa, le sorellastre decisero di seguirla, ma non videro, né sentirono nessuno. La vaccherella era sempre lì, ad aiutare la povera ragazza. Durante quell’incontro la mise in guardia. L’indomani un mendicante avrebbe bussato alla loro porta e Maria Chinisu avrebbe dovuto accoglierlo. Tornata a casa, mangiò un pezzo di pane e ricotta e si coricò nel giaciglio che le avevano fatto vicino al camino. Il giorno dopo, come predetto, il mendicante arrivò: nonostante le proteste della matrigna e delle sorellastre, Maria Chinisu gli cedette il suo posto e gli offrì da mangiare. Le sorellastre, chiuse in camera per paura che il mendicante potesse attaccare loro i pidocchi, non vedettero la trasformazione del mendicante.
Maria Chinisu: il lieto fine
Maria Chinisu impegnata a fare il bucato, sentì la voce di un uomo che la chiamava. Davanti ai suoi occhi c’era ora un bel giovane, di aspetto nobile e vestito con un mantello lussuoso. Inizialmente spaventata, la giovane scoprì che il mendicante era un principe molto ricco, colpito da un incantesimo. Solo colei che con la sua bontà l’avrebbe sciolto sarebbe diventata la sua compagna. Poco poterono la matrigna e le figlie. Alla vista del bel giovane iniziarono a sistemarsi i riccioli e a incipriarsi, ma più si toccavano più diventavano brutte e livide. Appena le vide, il principe si fece il segno della croce. Aveva l’ordine di metterle dentro una botte e farle rotolare per la discesa. Ma decise di essere clemente. Le lasciò nella solitudine e nell’infelicità. Prese Cenerentola in groppa, spronò il cavallo e partirono.