Massimo Cellino torna a Cagliari per la prima di campionato 2019/2020. Forse, nella tribuna della Sardegna Arena, domenica 25 agosto ci sarà anche lui, l’ex presidente cagliaritano di mille battaglie. Questa volta però nelle vesti di patron del Brescia. Nel fine settimana per i sardi, infatti, ci sarà una prima giornata di grandi ricordi e per alcuni saranno lunghi momenti nostalgia. Dal 1992 al 2014, quella del vulcanico e imprevedibile Max è stata una gestione ricca di soddisfazioni, non senza difficoltà e sacrifici. In questi due e più decenni di passione, per lo scaramantico ex patron del Cagliari ci sono state anche scelte discutibili per alcuni, come quei 36 cambi di panchina e l’avvicendarsi di 27 allenatori. Ora Cellino, con la sua Leonessa -con la nostra vecchia conoscenza Daniele Dessena – ritorna in Sardegna, terra natia sua e di quel suo amore rossoblù, durato ben 22 anni.
1992, al via l’era di Massimo Cellino. L’avventura in Europa
Era l’estate del 1992, infatti, quando il giovane imprenditore del grano Massimo Cellino rileva la società dalla gestione dei fratelli Orrù. Per Tonino e Ninnino, che il Cagliari ce l’avevano nel sangue, sono stati quattro anni di crescita, ma ora è necessario cambiare. Daniel Fonseca va via e adesso nella squadra dei Quattro Mori arrivano Oliveira, insieme a Pusceddu e Moriero. In panchina c’è sor Carletto Mazzone e per Cellino iniziano generose conquiste. Il primo risultato è la qualificazione, nel 1993, in Coppa Uefa. Un’avventura che si è conclusa l’anno dopo, tra gioie e sogni dei tifosi, con un’orgogliosa eliminazione dall’Inter in semifinale.
La parabola discendente del Cagliari: lo spareggio di Napoli e il lento declino
A poco a poco, negli anni a seguire, inizia la parabola discendente per il Cagliari di Cellino. Dopo Tabarez, sono in tanti a sedere sulla panchina rossoblù. Non mancano “esperimenti” e scelte più o meno discutibili, che portano la squadra all’amara retrocessione di Napoli. Il 15 giugno 1997 al San Paolo i sardi piombano in serie B dopo lo spareggio contro il Piacenza. Con Ventura seguono due anni positivi, grazie a una promozione nella massima categoria e una salvezza. Ma il Cagliari nel 2000 scivola inesorabilmente nel declino.
Massimo Cellino, dagli anni anonimi ai 10 anni di A del Cagliari
Il Cagliari precipita in B e negli anni successivi deve lottare per evitare un tracollo ben peggiore. Nel 2003-2004Massimo Cellino chiama alla guida della squadra Edi Reja, dopo un lungo rosario di allenatori. Nel 2004 i rossoblù sono protagonisti di una fantastica promozione in serie A, firmata Zola e Suazo, e i sardi rimangono nella massima categoria sino al campionato 2014/2015. In quell’anno, infatti, sotto la nuova gestione Giulini, il Cagliari ripiomba nel campionato cadetto.
Il caso Is Arenas
Massimo Cellino ha vissuto con il Cagliari gioie e dolori. Tra il 2011 e il 2013 ci sono le tribolate vicende legate sia al fallimento del progetto Kalaris Arena di Elmas, in sostituzione del vecchio Sant’Elia, sia a quella ben nota dello stadio quartese Is Arenas. Quest’ultima è culminata, nel febbraio 2013, con l’arresto cautelare del carismatico presidente,con l’accusa di peculato e falso ideologico, insieme al sindaco quartese Mauro Contini, così come all’assessore Stefano Lilliu.
Addio Cellino, inizia l’era Giulini
Il sostegno del pubblico di certo non è mancato e la squadra ritorna alla sua casa Sant’Elia, ma nel 2014 Max cede il suo pacchetto di azioni alla società Fluorsid. Inizia così l’era di Tommaso Giulini. Per Cellino invece c’è dapprima l’avventura del Leeds Utd, dopo la sfumata acquisizione del West Ham, poi quella del Brescia Calcio, oggi riportato gloriosamente in Serie A.