Conosciuto sin dall’antichità, il mirto è il liquore simbolo della Sardegna. Compagno inseparabile dei pasti, è diventato con il tempo elisir di ospitalità ed accoglienza. Si adatta a tutte le stagioni ed occasioni, ed è rigorosamente servito freddo. Il liquore dal caratteristico color rubino, è onnipresente nelle case dei sardi. Non a caso, sono in tanti a produrlo in casa. Con qualche accortezza, infatti, chiunque è in grado di ricavare dalle bacche mature il prezioso liquore.
Storia e leggende
La pianta di mirto era già conosciuta al tempo degli antichi egizi. Essi infatti erano soliti produrre delle ghirlande con cui adornarsi in occasione di ricorrenze importanti. Tale uso ha poi trovato massima espressione nell’antica Grecia. Basti pensare ad esempio alla leggenda di Myrsine. La giovane dalle incredibili capacità atletiche ebbe l’ardire di battere un suo coetaneo in una gara. Il rivale, non accettando la sconfitta, uccise la ragazza, la quale fu trasformata dalla dea Atena in una pianta di mirto. Da qui, l’abitudine di cingere il capo degli atleti vincitori con una corona di mirto. La pratica è stata poi ripresa dagli antichi romani. Le corone offerte in dono ai comandanti vittorioso potevano infatti esser composte di foglie d’alloro oppure di mirto.
Ma le ghirlande di mirto simboleggiavano anche altro. Erano simbolo di bellezza e purezza, per tale motivo spesso ricondotte alla dea Venere. A proposito di Venere, si riteneva avessero anche valenza afrodisiaca. Questi ultimi due simbolismi furono presi a piene mani nel corso del Medioevo. Il mirto, e in particolare i suoi fiori, erano quindi utilizzati per preparare la cosiddetta Acqua degli angeli. Essa garantiva, a detta degli esperti del tempo, bellezza e amore.
Contrariamente a quanto si possa pensare, l’utilizzo in cucina non fu immediato bensì avvenne piuttosto tardi. Proprio durante il Medioevo, infatti, si era soliti usare le bacche per esaltare i sapori della carne. All’avvento del pepe, il mirto cadde in disuso. Per avere le prime notizie sul suo utilizzo come liquore dobbiamo fare un salto fino all’Ottocento. In Sardegna, sarebbe in realtà parte integrante delle tradizioni popolari dell’isola.
La produzione del Mirto di Sardegna
Il mirto è diventato col tempo sinonimo stesso della Sardegna. Tanto che, nel 1998, è stato riconosciuto come PAT, ovvero Prodotto Agroalimentare Tradizionale. Massimo produttore isolano, nonché uno dei più conosciuti, Zedda Piras.
La ricetta è davvero semplice. Consiste nella macerazione delle bacche in alcol e nell’aggiunta di zucchero, o miele. Se volete quindi cimentarvi nell’impresa ecco gli ingredienti:
600 gr di mirto
1 l di alcol puro a 90°
1 l di acqua
450 gr di zucchero.
Occorre precisare che la dose di zucchero è variabile, a seconda della dolcezza delle stesse bacche. In alcune zone dell’isola, lo zucchero è sostituito con qualche cucchiaio di miele.
Preparazione
Lavate bene le bacche e ponetele in un recipiente (possibilmente dotato di chiusura ermetica) con l’alcol. Dovranno macerare per 40 giorni, in un luogo fresco e al riparo dalla luce. Al termine, filtrate l’alcol e strizzate per bene le bacche con l’aiuto di un canovaccio. All’alcol aromatizzato, aggiungete lo sciroppo di acqua e zucchero. Prima di consumarlo, fate riposare per qualche settimana.