Una scalinata, un piccolo dono che può fare tanto, le braccia e l’impegno dei volontari: è questa la ricetta di Olbia, Miracolo di Natale, iniziativa solidale partita da Cagliari ed esportata con successo in 15 centri dell’isola. Siamo andati nel nord della Sardegna dove l’evento è arrivato alla sua terza edizione: «Dalle 9 alle 19 la scalinata è aperta al pubblico. Chiunque voglia venire a donare è ben accetto, chiaramente nel rispetto dei protocolli di sicurezza». Alessandro Serra, 39 anni, è il presidente dell’associazione Guardian Angels, organizzatrice dell’evento in collaborazione con il comune di Olbia.
Miracolo di Natale: come è nata la partecipazione di Olbia
«Aderire all’iniziativa è stato un desiderio dell’associazione – spiega il volontario. Mi ero reso conto che il comune di Olbia era uno dei pochi a non partecipare al Miracolo di Natale. Il numero delle famiglie in difficoltà è altissimo e cercavamo un evento del genere per ricavare più cibo possibile. Io stesso ho contattato Gennaro Longobardi per poterlo organizzare ad Olbia». La scalinata in questione è quella della basilica di San Simplicio, nel centro della città. Uno dei più importanti e rari esempi di architettura romanica della Sardegna nord-orientale.
Miracolo di Natale: i risultati raggiunti nelle due precedenti edizioni di Olbia
«La prima edizione è stata incredibile. Raggiungere i 200 kg sarebbe stato già un successo, ma l’abbiamo abbondantemente superato. Lo scorso anno è accaduto lo stesso. La città ha risposto con entusiasmo nonostante la pioggia. L’obiettivo che ci siamo posti quest’anno è quello di superare il risultato della seconda edizione e riempire la scalinata. Ci batteremo fino all’ultimo. In questo momento stiamo aiutando 1500 famiglie, un numero che si è quadruplicato a causa dell’emergenza covid». Inoltre, per la prima volta nel 2020, l’associazione ha organizzato una pre-raccolta con il coinvolgimento di 11 supermercati della città, dedicata a tutti coloro che non possono raggiungere le scalinate della chiesa il 18 dicembre.
Miracolo di Natale: beni di prima necessità e prodotti per bambini
Al posto dei consueti giocattoli, ad essere richiesti sono alimentari e prodotti per bambini. Pasta, riso, caffè, zucchero, sale, olio, latte a lunga conservazione, legumi, tonno in scatola, biscotti o merendine. Per i più piccoli pannolini, detergenti, latte, omogeneizzati e pastine. «Quest’anno abbiamo deciso di eliminare i giocattoli per due motivi. Il primo perché a causa del covid non è consentito ricevere giocattoli di seconda mano, al massimo nuovi acquistati in negozio. Il secondo perché il cibo resta la principale necessità. Alla famiglia che volesse acquistare una Barbie da 20 euro, direi di spendere quelle 20 euro per acquistare del cibo così aiutiamo più famiglie», spiega il presidente Serra.
Associazione Guardian Angels, angeli custodi in prima linea
Una raccomandazione che nasce anche dall’esperienza quotidiana della Associazione Guardian Angels, angeli custodi in prima linea dal 2012 per offrire assistenza ai senza tetto della città di Olbia: «Il nostro progetto a lungo termine è levarli dalla strada, ma ci vorrà molto tempo. Quello che facciamo costantemente è uscire la notte, cercarli anche nei luoghi più bui e dargli un sostegno che può essere cibo, coperte, un sacco a pelo, vestiario, qualche medicinale. Molti non ci conoscono perché siamo invisibili come i senza tetto, ma in questo modo riusciamo a monitorare le loro condizioni di salute e aiutarli, almeno per il minimo indispensabile».
Guardian Angels: l’unione fa la forza
Nata nel 1979 a New York per combattere, assieme alle forze dell’ordine, la violenza e la microcriminalità nel Brox, l’organizzazione Guardian Angels si è presto diffusa in tutto il mondo, con numerose sedi anche nel nostro Paese, ereditando lo spirito e le tecniche più utili all’attività in prima linea. «Ogni singolo volontario affronta dai 6 agli 8 mesi di formazione prima di diventare effettivo, seguendo corsi di tecniche e psicologia di squadra, primo soccorso e difesa personale. E’ necessario sapere come comportarsi e relazionarsi con i senza tetto anche nelle situazioni più difficili».