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Pasqua, i riti e le tradizioni a Cagliari bloccate dalla Pandemia

Pasqua

La Pasqua risulta essere una festività molto cara alla Sardegna e al suo Capoluogo Cagliari. Difatti, è rivissuta ogni anno attraverso riti antichi che prendono vita nei quartieri della città. Tali riti evidenziano un passaggio, quello che con la sua resurrezione fece Gesù dalla morte alla vita. Elementi caratteristici di questa festività inoltre, sono le manifestazioni e le processioni che coinvolgono tanti fedeli. Purtroppo ad oggi bloccati dalla pandemia Covid-19 e costretti in celebrazioni che hanno perso tutta la solennità e la partecipazione di un tempo.

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Fig. 1 Pasqua a Cagliari – Fonte: La Nuova Sardegna

Le origini delle tradizioni della Pasqua

Le campane tanto tempo fa, annunciavano la sera del Martedì Grasso l’inizio del periodo di digiuno e la fine del Carnevale. Il digiuno risultava quasi un rito svolto nella collettività, dai bambini fino agli adulti. I bimbi per contare la fine di questo periodo di austerità usavano Sa Pipia de Caresima. Più specificamente si trattava di una bambola di pezza, carta o pane. Questa veniva effettuata dai bimbi il mercoledì delle ceneri e aveva funzione di calendario. Difatti, presentava sette gambe. Questo perché ognuna veniva staccata ogni domenica di quaresima. Mentre il giorno di Pasqua veniva bruciata a simboleggiarne la fine.

La Settimana Santa, incontro tra riti e folklore

Le manifestazione e i riti si concentrano nella Settimana Santa. In tali giornate la tradizione religiosa e il folklore si incontrano. I garanti dei festeggiamenti sono le confraternite della città, risiedenti nei diversi quartieri storici.

La Settimana Santa inizia ufficialmente con la Processione dei Misteri, Is Misterius in sardo, che si svolge il venerdì precedente la Domenica Delle Palme. E’ organizzata dall’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso. I sette simulacri, opere dell’artista sardo Giuseppe Antonio Lonis, sono accompagnati nelle sette chiese del centro storico, ovvero, le stazioni della via Crucis. Tutto ciò, intonando un affascinante canto polifonico, che sta a rappresentare il dialogo tra Dio e i suoi fedeli.

Il Mercoledì Santo è dedicato alla Vestizione. In particolar modo le consorelle del Santissimo Crocifisso vestono a lutto la Madonna Addolorata. Consecutivamente, il Giovedì Santo, si inchioda alla croce il simulacro del Cristo. A questi riti segue l’adorazione di Gesù e la processione delle donne. Queste ultime portano in chiesa Is Nenneris, ovvero grano fatto germogliare al buio, che rappresenta la morte e la resurrezione.

Il Venerdì Santo è il momento più importante per i fedeli. Infatti, il Cristo è accompagnato in processione, seguito dalla Madonna Addolorata. Il corteo ricalca da sempre un preciso rituale ed è accompagnato da dei canti tradizionali e suono di tamburi, che ne scandiscono la solennità.

Il Sabato Santo, si assiste a Su Scarvamanetu, la deposizione dalla Croce del Cristo morto, adagiato su una lettiga rivestita di pizzi e veli.

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Fig.3 Pasqua a Cagliari – Fonte: Sardinia Post

La domenica di Pasqua

Finalmente la domenica di Pasqua si celebra il momento più felice della Settimana Santa: S’Incontru, ovvero il ricongiungimento delle processioni con i simulacri del Cristo e della Madonna. Le statue, provenienti da direzioni opposte, si incontrano in un momento solenne. Si salutano con un triplice inchino tra gli applausi della folla, si affiancano e insieme entrano in Chiesa, dove sarà celebrata la messa.

Pasqua, i riti e le tradizioni a Cagliari bloccate dalla Pandemia ultima modifica: 2021-04-04T11:09:00+02:00 da Lara Desogus

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