Col nome di San Giuliano la Chiesa riconosce il culto di più figure, attorno alle quali tende a crearsi una certa confusione. Quella del martire cagliaritano, però, è una storia molto particolare. Si tratta infatti di una personalità, prima conte e cacciatore, considerata inesistente da alcune fonti storiche. Nata, forse, si pensa, nella famosa contesa seicentesca fra arcivescovi cagliaritani e sassaresi per il titolo ecclesistico di primate.
San Giuliano, la nota contesa fra Cagliari e Sassari
Un pagano cagliaritano, conte e cacciatore, poi convertito al cristianesimo. San Giuliano ha dato i nomi alla borgata alle pendici di Monte Urpinu, oggi interamente inglobata nel quartiere di Genneruxi. E a lui è dedicata una chiesa di Selargius. Eppure, si pensa che questa figura sia stata messa in circolazione nel periodo di “lotta” fra gli arcivescovi delle due principali città isolane, alla conquista della primazia.
Cagliari e Sassari alla scoperta delle reliquie dei martiri: la “fantasia” di Bonfant
Nel 1614 l’arcivescovo sassarese Manca Cedrelles dichiarava, forse con un po’ di superficialità, di aver scoperto a Porto Torres le sepolture dei santi Gavino, Proto e Gianuario. Di contro, il collega cagliaritano Tosto iniziò a “saccheggiare” la necropoli di San Saturnino, tramutando in reliquia ogni reperto. Anni dopo, il teologo Dionigi Bonfant dà alla pubblicazione, non senza difficoltà, gli Acta dei “nuovi santi”. Come spiegato da Alziator, la “fantasia” dell’avvocato consisteva nel creare una contaminazione. Da una parte, la vita di un santo noto, dall’altra quella di un presunto santo sardo.
San Giuliano, la festa del 7 gennaio e la figura dell’eroico cacciatore
Con tale tecnica, sarebbe nata la figura di un nobile cagliaritano, cacciatore e conte per nomina dell’imperatore. In seguito alla sua conversione a Cristo, avrebbe subito il martirio quasi centenario. In questa breve biografia salta fuori, inevitabilmente, una commistione fra età tardo-romana e Medioevo. Decisamente un po’ confusa. Il Bonfant, sempre secondo alcune fonti, potrebbe essersi ispirato all’omonimo Ospitaliere, festeggiato il 7 gennaio. E ancora, un riferimento va alla figura del ricco cacciatore armato presente nel quadro attribuito a Juan Mates. Questo si trova nella Pinacoteca Nazionale di Cagliari.
Conte, cacciatore e santo: figura inesistente?
In sintesi, con la tradizione iconografica di San Giuliano cacciatore e cavaliere e con il culto documentato dal VI al XV secolo si è costruita la leggenda di Lianu. Questo secondo alcune fonti storiche. Queste, come detto, parlano di contaminatio fra il santo cavaliere dell’iconografia, del Mates e dell’anonimo pittore della chiesa selargina, e le figure dei martiri di tarda età.