Fede e cultura non si fermano neanche in quest’anno così complesso: il 30 ottobre è la festa di San Saturnino, santo patrono di Cagliari e martire venerato in numerosi centri dentro e fuori dall’Isola.
Festa di San Saturnino 2020: le iniziative
Per l’occasione, prolungato l’orario di apertura della basilica paleocristiana di San Saturnino che, oltre al mattino, apre il pomeriggio dalle 15.00 alle 19.00. A questo si aggiunge un ricco calendario di eventi, in versione virtuale online, per celebrare con tutti gli onori questo santo amatissimo dalla sua città. Oltre alla messa delle 10.15, trasmessa in diretta dell’emittente televisiva Videolina, si svolgerà, anche il consueto Cammino di San Saturnino. Un’edizione alternativa, diversa dai precedenti pellegrinaggi, con video interviste, musica e appuntamenti con la tradizione, archeologia e fede, da seguire sul canale youtube e sulle pagine social dell’evento.
La vita e il martirio di San Saturnino
Tra le attività che hanno reso noto il Cammino di San Saturnino anche la rievocazione storica delle vicende del martirio e dell’origine del suo culto, ancora immerse tra fede e mistero. Si racconta infatti che Saturnino, nato a Cagliari da genitori cristiani, difese la sua fede fino alla morte. Un martire locale che affrontò la prigione e le torture durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, passata alla storia come l’ultima, ma anche la più dura. Ad accrescere la devozione la sua giovante età. Quando Simplicio venne decapitato nell’anno 304 d.C. aveva 19 anni, 5 mesi e 8 giorni.
Fonti storiche e racconti leggendari
A raccontarlo la Passio Sancti, genere letterario che, ispirandosi alla passione di Cristo, racconta la vita e il martirio di un santo, mescolando elementi storici e fantasiosi, descrizioni dettagliate sulla crudeltà e sulla durezza dei supplizi. Scritta all’inizio del 1100, molti secoli più tardi rispetto all’epoca in cui si svolsero i fatti, gli storici ritengono la Passio Sancti Saturnini Martyris poco attendibile. La prima fonte storica che cita il martire cagliaritano risale alla metà del VI secolo nella Vita Fulgentii, opera del diacono Ferrando, biografo di Fulgenzio. Il vescovo di Ruspe, infatti, esiliato dal Nord Africa a Cagliari, fondò un monastero iuxta basilicam sancti Saturnini, longe a strepitu civitatis, cioè nei pressi della basilica di San Saturnino, lontano dai rumori della città.
Cagliari: sulle orme del culto di San Saturnino
Oltre alla Basilica, per seguire le orme di San Saturnino si deve raggiungere il Duomo di Cagliari e la cappella a lui dedicata nella cripta. Una statua risalente al 1624 scolpita su marmo e dipinta, lo raffigura in abiti nobiliari con la spada e il libro dei vangeli. Sotto, il grande sarcofago in marmo che, secondo la tradizione, ospiterebbe le sue spoglie. Il ritrovamento sarebbe avvenuto nell’ottobre del 1621, in un sarcofago marmoreo di età romana nella basilica di San Saturnino. Questo portò l’arcivescovo Francisco d’Esquivel a custodirle nel duomo cittadino e a spostare la data dei festeggiamenti al 30 ottobre.
La diffusione del culto fuori dall’isola
Furono proprio le sue spoglie a contribuire alla diffusione del culto di San Saturnino martire fuori dai confini dell’Isola. Portate a Milano nel 750 d.C. per difenderlo dalle incursioni saracene, il martire venne commemorato nella città lombarda fino al 1700, prima della chiesa di San Martino, poi a San Vittore al Corpo. Anche in Sardegna, sono numerose le comunità che celebrano questo santo, tra cui Isili dove è patrono, Oristano in cui esisteva il convento di San Saturno, Ussana e Benetutti.