Sabato di Santo Stefano, ricorrenza cristiana immediatamente successiva a quella del Natale. In Sardegna, così come ovunque, occasione di “replica” delle riunioni familiari della Paschixedda. Ma per la Cristianità, giornata di commemorazione del primo diacono giudeo morto in nome di Gesù Cristo. E nel Cagliaritano, la parrocchia di Quartu porta il nome del protomartire cristiano.
Santo Stefano, primo testimone di fede alla morte per lapidazione
Santo Stefano è stato il primo diacono, “servitore”, scelto per coadiuvare gli apostoli nel ministero della Fede. Dal ebraesimo si converte al cristianesimo dopo aver conosciuto la parola degli apostoli. Accusato di blasfemia, la Chiesa lo ricorda infatti come il primo a dare la vita come martire in nome di Cristo. Sebbene comunque, secondo alcune fonti storiche, a precederlo sia stato Giovanni il Battista. Secondo gli Atti degli Apostoli, la morte del Protomartire è avvenuta per lapidazione, come contemplato dalla legge mosaica per alcune colpe.
Il culto di Santo Stefano: la chiesa di Quartu Sant’Elena
Morto nell’anno 36, a Santo Stefano Protomartire sono stati attribuiti alcuni miracoli nei suoi luoghi di culto. Questi, inoltre, sembrano essere in varie parti di Italia, nonché d’Europa. Il martire è sempre rappresentato con la palma del martirio e la pietra. In Sardegna, alla periferia di Quartu, una moderna chiesa porta il nome del primo martire. Opera dell’architetto Francesco Berarducci, la parrocchia infatti trova istituzione il 31 ottobre 1967. Esattamente, dunque, sette anni dopo l’ “invenzione”delle reliquiedel santo.
L’inaugurazione negli anni Ottanta, i lunghi i lavori sino al 2000
Dopo la sua istituzione da parte dell’arcivescovo cagliaritano Paolo Botto, la chiesa dell’omonimo rione vede la sua inaugurazione nel 1987. Inoltre, secondo diverse fonti storiche, l’intitolazione a Santo Stefano pare riprenda quella di una chiesetta più antica, ormai scomparsa. I lunghi lavori di restauro, tuttavia, termineranno solamente nel 2000. Il 31 ottobre infatti l’arcivescovo Ottorino Pietro Alberti inaugura la chiesa, definitivamente completata. Alla presenza del fondatore della comunità, il parroco monsignor Antonio Tagliaferri, la consegna delle reliquie del patrono e dei compatroni.