I Giganti di Mont’e Prama. I primi frammenti scultorei sono stati portati alla luce nel 1974, durante l’aratura di un campo. I successivi scavi archeologici effettuati tra il 1975 e il 1979 hanno recuperato migliaia di altri reperti. Il complesso scultoreo ricomposto dopo l’opera di restauro è costituito da trentotto sculture di cui cinque arcieri, quattro guerrieri, sedici pugilatori e tredici reperti di nuraghe. I colossi di pietra, che vantano tremila anni di vita, sono le uniche statue della civiltà nuragica conservatesi fino ai giorni nostri. Si tratta di sculture ‘a tutto tondo’, tra le più antiche ritrovate nel bacino del Mediterraneo.
I Giganti di Mont’e Prama
Nell’antichità le statue erano disposte in fila a protezione della necropoli, ai piedi della collina di Mont’e Prama. In seguito, forse per sconvolgimenti storici difficili da ricostruire oggi, le statue sono state seppellite ai bordi della collina. La sepoltura ha consentito che si conservassero e arrivassero in buone condizioni fino alla nostra epoca. Il colle è al centro della penisola del Sinis, vicino a Cabras nella zona di Oristano. Attraverso il lungo e complesso lavoro di identificazione e restauro dei reperti, svoltosi tra il 2007 e il 2011 nel Centro di Restauro di Li Punti (Sassari), sono state ricomposte 24 statue, 12 modelli di nuraghi e 13 betili tronco-conici.
La necropoli di Mont’e Prama e le sue sculture sono una scoperta di primissimo piano e rappresentano, in un certo senso, l’apice della civiltà nuragica. Proprio per la loro grande valenza nella ricostruzione della storia sarda, si è scelto di non esporre i Giganti in un unico museo, ma di inserirli in un più ampio sistema museale attualmente composto dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e dal Museo Civico “G.Marongiu” di Cabras.
Le antiche statue esposte in due musei
Entrambi gli allestimenti sono il risultato di una pianificazione omogenea, che li rende non identici ma complementari. A Cagliari, il visitatore può ammirare le sculture di Mont’e Prama nel contesto dell’Età del Ferro, un periodo di profonda trasformazione culturale. A Cabras, i Giganti trovano un posto di primo piano nella cornice della penisola del Sinis e della sua evoluzione culturale, dal periodo pre-nuragico all’età romana.
Sia a Cagliari sia a Cabras, la mostra si arricchisce di uno strumento digitale per l’esplorazione visiva dei reperti, rappresentato dai modelli tridimensionali delle sculture prodotti dal Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4), in collaborazione con la Soprintendenza archeologica.
(Foto Wikipedia)