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“Bascius”: misere abitazioni nei quartieri storici di Cagliari

Bascius Cagliari Castello

Le Bascius erano misere abitazioni scarsamente arieggiate e con poca luce, disposte al piano terra o sotto il livello stradale. Disseminate nei quartieri storici di Cagliari, per secoli sono state abitate da numerose famiglie appartenenti alle classi più disagiate. Nel Novecento grazie ai numerosi interventi di edilizia popolare e l’aumento del reddito, il loro utilizzo è pian piano scemato. Tra Castello, Marina, Stampace e Villanova, se ne individuano ancora tante.

Bascius Cagliari Castello
Bascius, antiche abitazione nel cuore della città di Cagliari, fonte: Vistanet

La storia delle Bascius

É nel 1906 che avvenne un elaborazione con proposte in tema di edilizia popolare anche a Cagliari. A dare il via a tutto ciò, fu la legge Luzzati del 1903 che vide nella penisola garantire fitti abbordabili per le classi meno abbienti e agevolazioni riservate a cooperative e società di mutuo soccorso.

A Cagliari la situazione relativa all’edilizia popolare era drammatica, proprio per la presenza delle bascius. Queste erano piccole stanze, quasi sempre costituite da un unico vano e talvolta divise in più scomparti per mezzo di tende. Dal punto di vista edilizio erano misere, eseguite per la maggior parte con tuffo locale, tenuto a sesto da malte magrissime e spesso in terra argillosa impastata. Tale abitazioni erano umide e buie, avendo un unica apertura verso l’esterno che era allo stesso tempo porta e finestra. Essa era tenuta aperta tutta la giornata e i proprietari stavano sulla soglia o nelle immediate vicinanze a svolgere le loro faccende.

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Bascius e quartieri storici di Cagliari

Origine storica della creazione delle Bascius

L’origine storica e da ricercarsi nella nascita della città medievale, ma esplose in tutta la sua virulenza nella seconda metà dell’Ottocento. In quel periodo Cagliari cessò di essere una piazzaforte e abbattendo le mura e le fortificazioni che l’avevano difesa, cominciò ad espandersi verso l’area pianeggiante. Nel 1874-87 le problematiche relative alle abitazioni popolari suscitarono l’interesse dei tecnici Ulisse Moretti, Giuseppe Onnis e Bruno Conci che effettuarono proposte poi, mai attuate. A mettere in primo piano la faccenda nel 1896 saranno i socialisti con una petizione pubblica per gli interventi urgenti nel settore dell’edilizia popolare. Ma anch’essa rimase non ascoltata e il consiglio comunale guidato da Ottone Bacaredda preferì spendere i tre milioni a disposizione per la realizzazione del nuovo Municipio di via Roma.

Contraddizione e differenze nella città di Cagliari

Pertanto, mentre l’edilizia privata arricchiva e abbelliva Cagliari, niente era stato fatto per eliminare quelle piccole case, umide e buie. Nel 1905 l’inchiesta Barrago fecce emergere come il 30% della popolazione vivesse ancora nei sottani. Alcuni di questi addirittura erano sotterranei, senza pavimento ed acqua. Nel 1906, l’anno dei tumulti popolari, la questione sociale divenne più seria e vide accendersi un vigoroso dibattito all’interno del consiglio comunale sotto la spinta dei partiti. Nel 1907 le proposte vennero accolte e il consiglio, deliberò la creazione di un “Istituto autonomo case popolari”, con l’assegnazione di Campo Carreras e 200 mila lire.

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La fine delle Bascius e il loro riutilizzo

La fine delle Bascius e il loro riutilizzo

Nel 1913 nel Campo Carreras si inaugurarono 6 gruppi di case, per un totale di 52 alloggi e 170 vani. Questo aprì la strada a possibili sviluppi futuri. Il piano regolatore elaborato negli anni successivi infatti, prevedeva che tale spazio diventasse un rione moderno. Questo in armonia con la crescita della città, e prevedeva anche la creazione in altri quartieri.

Arriviamo al 1925 e una nuova inchiesta segnala un netto miglioramento rispetto alla precedente situazione. La popolazione abitante le bascius era scesa dal 30% al 10%. Dopo l’inattività del periodo bellico nel 1925 l’Istituto autonomo consegnò 4 nuovi edifici sempre collocati in Campo Carreras. Questi seguiti nel 1930 da altri 10 a Bonaria, dal 1939 al 1940 da altri 12 in Sant’Avendrace e 8 nel villaggio del pescatore. Nel secondo dopoguerra la situazione dettata dalla ricostruzione post bellica pone il vantaggio nell’utilizzo di nuovi finanziamenti. L’assetto cambia radicalmente determinando il sorgere di nuovi quartieri quali Is Mirrionis e San Michele, andando verso le periferie.

Malgrado ciò i sottani continuarono ad esistere, ma il loro numero col tempo andò a contrarsi. Ancora oggi is bascius sono esistenti e continuano ad essere una caratteristica dei quartieri storici. Se ne vedono tanti caratteristici, ristrutturati e trasformati per lo più in botteghe artigiane, laboratori orafi o negozietti d’antiquariato.

“Bascius”: misere abitazioni nei quartieri storici di Cagliari ultima modifica: 2021-11-15T14:37:20+01:00 da Lara Desogus

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