La “Scuola di Stampace” fu il principale fattore artistico del Rinascimento in Sardegna. Il suo nome prende origine da uno dei quattro quartieri storici della città di Cagliari, sede delle botteghe degli artisti tra XV e XVI secolo. Edificato in epoca pisana alle pendici del Castello, fu conquistato dagli aragonesi nel gennaio del 1326. Tale conquista avvenne a seguito di una dura battaglia capeggiata da Raimondo Peraltae Francesco Carròz. Nel ‘500 il quartiere presentava una cinta muraria, con la pizza centrale situata al posto dell’attuale piazza Yenne. Da questa si diramavano le due arterie principali, una verso il colle di Castello (via S. Margherita) e un’altra verso l’attuale chiesa di S. Michele (via Azuni).
Stampace: sede delle più grandi personalità del periodo.
Sono molte le attestazioni documentarie che testimoniano come nel quartiere di Stampace vivessero pittori, scultori e altri artigiani. Tra i maggiori protagonisti individuiamo nomi come Pietro e Michele Cavaro o Antioco Mainas, che si specializzarono nel realizzare le grandiose pale d’altare sia per la loro città, che per altri centri dell’Isola. Ma anche figure come il Maestro di Castelsardo, che a quella scuola diede grande impulso, vista la sua autorevolezza internazionale.
Fattori principali della nascita della Scuola di Stampace.
I fattori che portarono lo stabilirsi di una comunità di pittori in quella porzione di città furono tanti. Primariamente, la posizione vicino all’area portuale, dalla quale provenivano le materie prime essenziali per compiere il loro lavoro. In secondo luogo, la maggior comodità nel risiedere in un territorio pianeggiante. In terzo luogo, gli altri quartieri della città avevano già una determinata vocazione: Marina era sede dei commerci, Villanova era sede degli agricoltori e Castello della burocrazia e della nobiltà.
Retablo di Villamar presso la Chiesa di San Giovanni Battista di Villamar
L’importanza della “Scuola di Stampace”, è testimoniata dalla capacità di soddisfare sia una committenza provinciale, sia una committenza ricca e colta come l’alta società sarda di quel tempo. Ne è un esempio il retablo di Villamar commissionato nel 1518 da Don Salvatore Aymerich al pittore Pietro Cavaro. Tale retablo, situato presso la Chiesa di San Giovanni Battista presenta una struttura lignea con al centro una nicchia ospitante la statua della Madonna del Latte o dell’Umiltà. Inoltre, sedici tavole si presentano ai lati suddivise da cornici intagliate e dorate raffiguranti trentatré scene dipinte.