È nato a Cagliari il “Paganini del mandolino”, nel quartiere Stampace. Applaudito nei teatri di tutta Europa, Russia, Stati Uniti, Giappone, Giuseppe Anedda non dimentica la sua città. E torna a casa alla fine della sua carriera. È a Cagliari nel 1997, quando muore all’età di 94 anni. In mezzo, una carriera artistica leggendaria: oltre 50 anni di successi e circa 5000 concerti che l’hanno reso una celebrità mondiale.
Giuseppe Anedda: la rinascita del mandolino
A lui il merito di aver restituito al mandolino il ruolo che rivestiva nella musica colta concertistica e nell’opera lirica. Se Mozart lo inserì nel Don Giovanni e Beethoven gli dedicò quattro sonatine, fu Antonio Vivaldi a dare grande spazio a questo strumento componendo concerti per mandolini ed orchestra. E fu proprio Giuseppe Anedda nel 1948 a far parte del gruppo che, per la prima volta al mondo, eseguì il concerto per due mandolini, archi e cembali del noto compositore e violinista italiano. Un’ esecuzione che gli aprì molte porte e gli fece ottenere importanti riconoscimenti.
Il talento per la musica e lo studio da autodidatta
Uno strumento, il mandolino, che il musicista suonava fin da bambino. Figlio di Avendrace, poeta improvvisatore cagliaritano, Guseppe Anedda dimostrò fin dall’età di 5 anni un grande talento. Lo studio teorico del solfeggio e la lettura della musica al Liceo musicale non si sposò con il violino, strumento troppo costoso per il bilancio familiare. Vinse il più popolare mandolino, appreso da autodidatta, senza nessun diploma in conservatorio. Da quel momento in poi il percorso fu inarrestabile, con esibizioni a teatro fin dall’età di 10 anni.
Giuseppe Anedda: affermato insegnante negli USA e in Italia
Un percorso professionale completo che alternò la carriera concertistica con quella dell’insegnamento: Anedda fu il primo in Italia a ricoprire la cattedra di mandolino nel Conservatorio Pollini di Padova. Professione che sperimentò negli Stati Uniti qualche anno prima. Nel 1970, infatti, la Manhattan School of Music di New York lo invitò a tenere corsi di perfezionamento di mandolino e liuto per cinque anni. Instancabile anche la sua attività di studioso: musei, biblioteche, archivi divennero luoghi importanti per ricercare componimenti per mandolino di autori del Seicento e Settecento.
Il concertista virtuoso che conquisto Stravinskij
Anche la vita da concertista gli riservò numerose soddisfazioni: le esibizioni in tutta Europa, Russia e Stati Uniti. Il tour di un mese e mezzo in Giappone. La collaborazione di 16 anni con i Virtuosi di Roma, l’orchestra da camera più celebre al mondo. Passarono alla storia anche i complimenti che gli rivolse Stravinskij. Era il 1965 e Anedda eseguiva con l’Orchestra Sinfonica della RAI il balletto Agon del famoso compositore e direttore d’orchestra russo. La Stampa Sera del 6 aprile di quell’anno racconta che dalla platea arrivò il grido “Bravo Mandolino” e Stravinskij si avvicinò al palcoscenico per stringere la mano ad Anedda.
Giuseppe Anedda: gli omaggi e i riconoscimenti resi al musicista cagliaritano
Diventato una celebrità nel panorama musicale internazionale, negli anni Settanta partecipò al Festival di San Juan de Portorico riservato ai più grandi solisti viventi di ogni strumento e partecipò all’inaugurazione del Festival dei Due Mondi nel Sud Carolina. Tra i riconoscimenti ottenuti anche la medaglia d’oro a nome della Presidenza della Repubblica Italiana. Nel 2008 il Comune di Cagliari decise di intitolare al Maestro via Giuseppe Anedda che collega il Conservatorio di Musica con il Teatro Lirico all’interno del Parco della Musica.