Il Duomo di Cagliari, noto anche come la Cattedrale di Santa Maria Assunta e di Santa Cecilia, rappresenta il principale luogo di culto della città. Situato nel cuore dello storico quartiere di Castello, il Duomo è stato eretto nel XIII secolo e ha subito varie e notevoli opere di restauro. Al suo interno, vi sono riposte le memorie della città di Cagliari: oltre sette secoli di storia ben custoditi e conservati. Si tratta, non a caso, di uno dei monumenti storici che meglio riesce a condensare il passato del capoluogo sardo. La Cattedrale può inoltre vantare il titolo di opera più nota e visitata di Cagliari.
La storia e le opere di ricostruzione
La sua costruzione risale ai primi anni del 1200. Fondata su volere dei pisani, che necessitavano di un luogo in cui esercitare il culto, la chiesa rispecchiava in origine uno stile tipicamente romanico. Con l’avanzata sul territorio dei conquistatori, la chiesa assunse ben presto il titolo di Cattedrale e divenne il luogo prediletto per la venerazione di Santa Maria Assunta e Santa Cecilia.
Intorno al XIV sec., il Duomo di Cagliari andò incontro alle prime opere di restauro, sia interne che esterne. Queste ultime, in particolare, prevedevano l’introduzione di elementi gotici nella facciata e interventi sul caratteristico campanile.
Con l’arrivo nell’isola degli Aragonesi, la Cattedrale crebbe di importanza. Nel periodo in cui Cagliari fu capitale del Regno di Sardegna, infatti, al suo interno prestavano giuramento i rappresentanti delle forze militari, politiche e religiose del Regno. La cerimonia e la successiva riunione dei tre bracci fondamenti del potere, avveniva in presenza del viceré.
In tale arco di tempo, la Cattedrale subì delle corpose opere di ricostruzione. Per volere del vescovo Francisco Desquivel, si costruì all’interno ciò che oggi è conosciuto come il Santuario dei Martiri. Il suo successore, il vescovo Pietro Vico, diede ordine di ammodernare la struttura in stile barocco. Facciata, colonne, pavimento: tutto doveva rispettare i canoni architettonici del periodo.
Agli inizi del Novecento, a causa del deterioramento di diversi elementi, la facciata del Duomo di Cagliari andò incontro alla demolizione. Grazie all’utilizzo di alcune parti originali, prese quindi posto l’attuale facciata neo-romanica, simile a quella pisana di prima edificazione. Nel 1999, terminarono infine i lavori di restauro della cupola, del tetto e del campanile.
Gli elementi interni del Duomo di Cagliari
Il soffitto della Cattedrale è un tripudio di colori. Gli affreschi di Filippo Figari, di moderna ideazione e rappresentanti, tra gli altri, l’Esaltazione della Croce, le Storie di diffusione della fede in Sardegna e I quattro evangelisti, donano luce e vita all’intera struttura. Al di sotto della pavimentazione, il Duomo di Cagliari ospita numerosi ambienti sotterranei. Di questi, l’unico visitabile dal pubblico, è il Santuario dei Martiri, composto da tre ambienti scavati sotto il presbiterio.
Sia nella navata destra che in quella sinistra, sono presenti delle Cappelle. Tra queste, citiamo la Cappella di Nostra Signora di Sant’Eusebio, detta anche Cappella della Madonna Nera per la presenza di una imponente statua in cedro del Libano di colore nero proveniente dalla Palestina, la Cappella di San Michele e la Cappella della Madonna della Mercede.
Di notevole pregio sono i pulpiti, opera dello scultore Guglielmo e risalenti al XII sec., originariamente destinati al Duomo di Pisa. Impossibile inoltre non osservare la porta di accesso alla sacrestia. Qui troviamo il Polittico della Crocifissione e la Cappella della Sacra Spina, quest’ultima protagonista di una curiosa leggenda: pare, infatti, che al suo interno sia conservata una spina della Corona di Cristo.