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Ubaldo Badas, l’architetto che ha plasmato Cagliari

Facciata della Galleria Comunale d'Arte

Artefice di alcune delle strutture più amate di Cagliari, Ubaldo Badas non era tuttavia un architetto. Egli infatti abbandonò anzitempo gli studi universitari. Assunto come urbanista dal potestà Endrich, collaborò alla messa in posa di diverse opere nel capoluogo. L’impossibilità di firmarne i progetti, però, mette in dubbio la paternità di alcune di esse. Tra quelle accertate troviamo la Scuola all’aperto A. Mereu, l’ingresso dei Giardini Pubblici e il Palazzo della Regione.

Ubaldo Badas e il volto moderno di Cagliari

Ubaldo Badas è considerato uno dei più grandi architetti sardi. Sue le opere costruite all’alba del XX secolo che hanno plasmato il volto della città. Personaggio creativo, dedito tanto al disegno tecnico quanto al design e alla pittura. Le sue doti artistiche furono presto notate dal potestà Enrico Endrich. Insignito nel 1928 del titolo di urbanista, abbandonò gli studi intrapresi presso la Facoltà di Matematica. L’intento di Endrich era quello di rivoluzionare l’aspetto della città in chiave moderna. Negli anni Trenta, infatti, Ubaldo Badas abbracciò a piene mani la corrente del Razionalismo Italiano.

Ubaldo Badas -Padiglione Agricoltura della Fiera
Padiglione Agricoltura della Fiera di Cagliari (1956)

Parole chiave: sobrietà e geometria. Le prime opere che vedono la luce per mano di Badas, sono anche le prime strutture moderne di Cagliari. In particolar modo ricordiamo:

  • i lavori di riqualifica dell’ex polveriera divenuta, grazie a Badas, Galleria d’Arte Comunale;
  • l’ingresso dei Giardini Pubblici, elogiati anche oltremare;
  • il Terrapieno di via Regina Elena, arrivato intatto fino ad oggi;
  • la Scuola all’aperto A.Mereu, nata dagli ideali fascisti del periodo versa oggi in stato di abbandono;
  • il Sacrario ai Caduti situato in via Sonnino, anch’esso con evidenti richiami fascisti;
  • la Colonia Marina, nota ai più con il nome di ex-Ospedale Marino;
  • le palazzine dell’odierna Piazza Kennedy.

Il dopoguerra e il progetto ISOLA

La fine della guerra coincide con una svolta nello stile. Ubaldo Badas, infatti, mette in discussione il modernismo di inizio carriera. Si cimenta quindi in esperimenti per approdare, infine, al Neoliberty. È questo il periodo in cui le opere di Badas diventano di difficile attribuzione. Abbandonato l’Ufficio Tecnico del Comune di Cagliari, infatti, la mancanza di un vero titolo ne compromette la visibilità. Nonostante ciò, negli anni ’50 riceve diversi incarichi sia da enti pubblici che da privati. A questi anni appartengono dunque il Palazzo della Regione Sardegna e il Padiglione dell’Agricoltura alla Fiera di Cagliari.

Ubaldo Badas Padiglione Eugenio Tavolara (fonte Sardegna Digital Library)
Padiglione dell’Artigianato Eugenio Tavolara, Sassari (fonte Sardegna Digital Library)

Il passaggio al nuovo stile di Ubaldo Badas, si esplicita con chiarezza nel 1956. In questo periodo aderisce al progetto ISOLA, dedito alla promozione dell’artigianato e della cultura sarda nel mondo. A consacrazione di ciò, costruisce la sua opera massima. Ovvero, il Padiglione per l’artigianato Eugenio Tavolara, costruito a Sassari in occasione della Biennale. L’espressività e l’innovazione promossa da tale opera, ne fanno il più fulgido esempio di architettura moderna nell’isola.
Negli anni Settanta, Badas si dedica con maggior vigore all’attività pittorica. Muore infine a Cagliari nel 1985.

Ubaldo Badas, l’architetto che ha plasmato Cagliari ultima modifica: 2020-01-27T16:26:00+01:00 da Andreana Perla

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